È caos agli esami di Storia contemporanea

Per sostenere l’esame bisogna mettersi in lista. È accaduto a 200 studenti agli esami di Storia contemporanea del 12 febbraio. “Mi presento alle ore 7.45, giusto un quarto d’ora prima dell’orario d’apertura delle porte, e mi ritrovo 136esima della lista. Immaginando che all’appello si sarebbero presentati più di cento studenti, c’è chi non ha dormito la notte per creare arbitrariamente un foglio delle firme e assicurarsi di poter dare l’esame. Ero sveglia dalle 6, ho sostenuto il colloquio col professore esattamente dieci ore dopo. Neanche per un concerto avevo assistito a situazioni simili”. È la lamentela di Rossella, studentessa di Lettere Moderne, che racconta di scorrettezze e soluzioni organizzative fai-da-te verificatesi tra gli studenti in occasione dell’esame. “Molti hanno firmato per amici assenti, creando una polemica che ha contribuito ad aumentare il malcontento generale e l’ansia mattutina. È assurdo presentarsi fuori l’Università alle sei di mattina per il timore di non fare l’esame”, continua, anche perché l’appello non sarebbe cominciato prima di quattro ore. “Dalle 8 sapevo già che avrei dovuto aspettare almeno 100 persone prima di me, pur essendo arrivata perfettamente in orario”. Il problema del numero degli studenti in lista di prenotazione è stato, però, inevitabile. “È il tipo di prenotazione che tende a penalizzare lo studente. Segrepass, ad esempio, prevede…
 
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