È già sul mercato il braccialetto dispenser di gel igienizzante ideato da ‘Prosit’

Semplicità e concretezza, per il bene di tutti. Sono questi i criteri che hanno guidato il team Prosit, vincitore di Smart-Up Lab@Naples 2020, nella realizzazione del loro WASHOUT Series 1 – L’igiene a portata di polso, un braccialetto dispenser di gel igienizzante per le mani, strumento di supporto nella prevenzione del Covid-19, ora sul mercato. 
Un’idea innovativa e sicuramente attuale, quella dei cinque giovani universitari, premiati lo scorso dicembre: Angela Sarnataro, studentessa di Matematica, Salvatore Mastrullo, Economia Aziendale, Giuliano De Carluccio, biologo e dottorando, Davide Coppola e Simona Capecelatro, laureati federiciani in Economia e ora diventanti studenti Magistrali a Bologna. “Con i miei colleghi ci siamo conosciuti durante lo Smart-Up Lab – racconta Angela Sarnataro – Avevamo background diversi, il che è stato una grande risorsa, e la voglia comune di trovare un’idea che non restasse solo progettuale, ma che potessimo realizzare concretamente con le nostre forze”. L’emergenza pandemica è stata il loro punto di partenza: “Igienizzarsi spesso le mani e portare il gel sempre con sé sono necessità reali, che ci riguardano tutti e che, fino ad un anno fa, probabilmente nessuno avrebbe preso in considerazione – prosegue Angela – Abbiamo diffuso un sondaggio via social per capire il livello di interesse generale verso il prodotto che intendevamo realizzare, ed è risultato alto. Da uno studio dei competitor, inoltre, è emerso che sul nostro mercato non c’è nulla di simile”. Ed è così che è nato WASHOUT: “Il disegno è del team, la nostra collega Simona ha la passione per la grafica e sa usare alcuni programmi per il graphic design. Il nostro braccialetto è molto carino, elegante, minimal e comodo e somiglia all’Apple Watch. L’obiettivo era creare qualcosa che potesse piacere a tutti e che anche i giovani avrebbero indossato volentieri”. Fatto in silicone food grade, ha un capiente quadrante da riempire con il gel “che esce, in piccola quantità per evitare sprechi, attraverso un forellino sul lato sinistro”. Convinti dell’idea “abbiamo cercato un partner commerciale perché, al di là della gara, volevamo realizzare Washout e metterlo in commercio. Ci è venuta in aiuto la start up Ubris e, da dicembre, il nostro braccialetto è sul mercato, acquistabile – al prezzo di 8.98 euro – tramite Amazon e alla Profumeria Pepino al Vomero”. La prima produzione ammonta a 1000 bracciali: “Sono in commercio da poco, ma ne abbiamo già venduti circa un centinaio. Su Amazon sono arrivate anche le prime recensioni e siamo soddisfatti perché gli acquirenti sono contenti. Un feedback particolarmente positivo è arrivato dagli uomini che normalmente non indossano borse in cui tenere il gel, ma portano l’orologio”. Unica nota finora ricevuta, “già dalla nostra mentor Rosa Gaglione in sede di competizione, è che molte persone, di norma, indossano già l’orologio. Washout può essere portato anche sull’altro polso, come faccio io, o accanto all’orologio. In un secondo momento, poi, potremmo anche pensare di sviluppare il prodotto in altre forme”. Vincere la competizione “è stata una sorpresa. Immaginavamo di essere un basso profilo perché avevamo un’idea davvero semplice che, però, si è rivelata assolutamente concreta e realizzabile. E siamo stati premiati proprio per questo”. Programmi per il futuro? Sicuramente sì: “Il nostro progetto è Washout-Series 1, proprio perché l’intenzione è quella di continuare a lavorare insieme, finanziati ancora da Ubris o magari creando una start-up”. Prosit, termine latino che sta per “alla salute”, è un gruppo di ragazzi giovani, ambiziosi, amanti della vita universitaria comunitaria e soddisfatti del proprio percorso: “Abbiamo messo in gioco le competenze acquisite grazie ai nostri studi, ciascuno in una parte del progetto. Io, ad esempio, mi sono occupata di analisi dati, i miei colleghi di Economia della parte di business e Giuliano ha portato le sue competenze da biologo”. Angela sta per laurearsi “alla Triennale in Matematica e frequenterò la  Magistrale. Il mio interesse è proprio applicare questa disciplina alla realtà, usare i modelli matematici per risolvere problemi concreti”. E ancora: “Renderci conto che le skills che stiamo acquisendo sui libri possono effettivamente tradursi nella pratica è stato fantastico”.
 
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