Inclusione: la sfida “estendere il lavoro di sensibilizzazione a tutta la Federico II”

Sono 2.438 gli studenti della Federico II con disabilità e 125 tra essi sono seguiti con progetti personalizzati dal Centro Sinapsi, che ha il compito di elaborare ed attuare strategie per l’inclusione attiva e partecipata delle ragazze e dei ragazzi federiciani. Gli studenti con diagnosi di Disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) sono 260 e più della metà di essi – 149 – sono seguiti da Sinapsi. “Gli immatricolati con DSA – dice il prof. Alessandro Pepino, che insegna ad Ingegneria e ha ricevuto dal Rettore Matteo Lorito la delega ad occuparsi delle problematiche dell’inclusione – raddoppiano ogni anno. La stragrande maggioranza del lavoro di progettazione individualizzata dello staff di Sinapsi è prevalentemente volto ai disturbi specifici dell’apprendimento e necessita di un lavoro di sensibilizzazione dei docenti. A questi allievi servono tempi aggiuntivi, strumenti compensativi e modalità didattiche molto particolari. Purtroppo un fenomeno preoccupante è che a causa della modalità di didattica a distanza molti colleghi hanno adottato il quiz a risposta multipla come modalità di esame, ma se tali quiz non sono predisposti in modalità adeguate il ragazzo dislessico o disortografico va in difficoltà. Sarebbe opportuno che anche nella didattica a distanza alla quale siamo costretti si scegliessero modalità di esame con elaborati progettuali o tesine da discutere. Prove che consentono in ogni caso di accertare la consapevolezza da parte dello studente dell’elaborato prodotto e di saggiarne la preparazione”. La didattica a distanza presenta, dunque, insidie per gli studenti più fragili. Può, però, anche offrire vantaggi ed opportunità. Riflette il prof. Pepino: “Dall’inizio della pandemia l’attività di Sinapsi è proseguita e ci siamo resi disponibili ad erogare i servizi con lo sportello online. Ragazze e ragazzi non hanno percepito discontinuità. Devo dire che dopo un anno di monitoraggio alcune categorie di studenti hanno ben accolto la situazione perché la didattica a distanza veniva incontro alle loro oggettive esigenze ed ha rafforzato modalità operative che prima dovevamo proporre ad hoc”. Chiarisce: “Per molti studenti con DSA la registrazione della lezione è fondamentale. È indispensabile per estendere i tempi di acquisizione ed apprendimento. Fino ad un anno fa i nostri volontari dovevano andare nelle classi e predisporre le registrazioni ad hoc. Con la modalità della didattica a distanza registrare la lezione è divenuto normale per tutti, una prassi”. 
La pandemia ha determinato anche altre conseguenze sull’attività di Sinapsi. “Un anno fa – ricorda Pepino – ci siamo trovati con un certo numero di volontari del servizio civile che non avevano nulla da fare perché le aule universitarie erano vuote. Abbiamo ragionato ed abbiamo deciso che avremmo potuto dirottarli su un’altra attività, stavolta al servizio delle scuole. Diciassette hanno portato avanti un progetto di sostegno e di doposcuola a vantaggio degli studenti della Madonna Assunta, un istituto che è a Bagnoli. È stata una buona idea e nella giornata di saluto dei volontari la prof.ssa Rosa Cassese, che è la dirigente della Madonna Assunta, ha dato atto del beneficio che i nostri volontari hanno apportato per un’azione di contrasto alla dispersione. Un impegno a favore di ragazzini che rischiavano di perdersi in quel momento iniziale di grande difficoltà nel quale siamo stati tutti catapultati in una nuova organizzazione da predisporre all’improvviso. Tra due o tre mesi partirà il nuovo progetto con i volontari e speriamo che possano tornare a svolgere l’affiancamento in presenza degli studenti universitari, perché significherebbe che la situazione sanitaria avrà permesso di riaprire le aule ed i laboratori della Federico II agli iscritti all’Ateneo”. 
Cosa manca alla Federico II per essere ancora più inclusiva di quanto sia adesso? “La nostra sfida – risponde il delegato di Ateneo alla disabilità ed ai disturbi specifici dell’apprendimento – è di riuscire ad estendere il lavoro di sensibilizzazione a tutta la Federico II, in ogni sua struttura centrale e periferica ed a tutto il personale che ne fa parte. Oggi ci sono da un lato docenti come Guido Capaldo che si propongono e sperimentano e che, per fortuna, aumentano anno dopo anno, ma permane ancora una fetta non trascurabile di colleghi che ancora resistono. L’auspicio è che tutto l’Ateneo cresca, che gli elementi di spicco ed eccellenza sul versante delle politiche di inclusione trascinino tutta l’Università Federico II verso un miglioramento generale. È un percorso ancora lungo, perché per esempio ci sono ancora ritrosie nella produzione del materiale didattico, ma è irreversibile. Se  guardiamo a come era l’Ateneo cinque o dieci anni fa, allora vediamo con chiarezza i grandi passi in avanti che sono stati compiuti. Oggi la Federico II ha un livello di inclusività più elevato rispetto alla media nazionale degli Atenei”. Conclude: “È merito, credo, anche del lavoro di squadra che Sinapsi svolge con le associazioni che rappresentano le persone con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento. Mi chiamano se ci sono problemi o difficoltà, abbiamo un dialogo costante. Sono quelle che ci danno la misura dei progressi realizzati e ci indicano i nodi che devono ancora essere sciolti. Rappresentano il nostro riferimento indispensabile sul territorio”.
 
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