Laurea Honoris Causa a Padre Antonio Loffredo

Martedì 2 luglio l'Ateneo Fridericiano conferirà la Laurea Honoris Causa a Padre Antonio Loffredo, Parroco della Sanità, alla luce delle numerose iniziative da lui intraprese coniugando la valorizzazione dei beni architettonici ed il riscatto sociale, spesso in collaborazione con il Dipartimento di Architettura. Introdurranno la cerimonia, che si terrà in Aula Magna storica alle 11.00, gli interventi di Gaetano Manfredi, Rettore dell'Università Federico II, Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Università degli Studi di Napoli Federico II e Michelangelo Russo, Direttore Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Napoli Federico II. Seguiranno la Laudatio Academica di Mario Losasso, docente di Tecnologia dell'Architettura Università degli Studi di Napoli Federico II e la Lectio Magistralis di Antonio Loffredo.
 
Le motivazioni del Dipartimento di Architettura:
Antonio Loffredo non è un architetto, ma un sacerdote, posto dal 2001 alla guida della comunità parrocchiale del Rione Sanità, una parte della città di Napoli tanto ricca di storia e cultura quanto carica di problemi socio-economici che perpetuano una condizione di marginalità ed esclusione che ha avuto inizio, a ben vedere, proprio da un progetto urbano, che scavalcando con violenza il Rione con un ponte che pianta i suoi piloni nel chiostro ellittico della Chiesa di Santa Maria alla Sanità, lo ha trasformato in un enclave ed in una periferia, pur posta all’interno della città storica e fortemente connotata sul piano identitario, condizione che ne stabilisce la peculiarità rispetto ad altre periferie.
Lo stridente contrasto tra la ricchezza artistica, storica ed umana e le difficoltà e la povertà di prospettive e di vie di uscita da una condizione di marginalità hanno sostenuto, nella sua visione, il progetto di partire dalla prima per cercare una soluzione alle seconde. Grande è stata la capacità di Antonio Loffredo di comprendere che la conoscenza della storia e delle ricchezze artistiche e architettoniche del Rione potesse alimentare una serie di progetti di valorizzazione che si sono trasformati in percorsi generativi di sviluppo e riscatto sociale, trasformando quelle vestigia in elementi attivi e propulsivi nella quotidianità e nel presente dei propri abitanti, che ne divenivano via via consapevoli custodi e protagonisti non passivi. A cominciare dalle Catacombe di San Gennaro, di cui ha chiesto ed ottenuto che venisse affidata la gestione ad una Cooperativa di giovani del Rione, cui si sono aggiunti nel tempo molti altri progetti, Antonio Loffredo ha fortemente creduto nella capacità dei luoghi, delle architetture e degli spazi urbani, nonché dell’arte, di sostenere e promuovere le relazioni tra le persone, di imprimere qualità al loro quotidiano e di costruire comunità.
Ha avviato contemporaneamente una grande attività di riqualificazione negli spazi urbani sensibili coinvolgendo un grande numero di artisti che hanno realizzato opere sui muri urbani e sulle chiese del rione, avviando quella lenta opera di riappropriazione e identificazione che ha reso questo luogo un centro di grande attenzione per gli operatori culturali e sociali di tutta la nazione: si ricordano il Progetto Luce ed Ultravioletto, con murales realizzati da Tono Cruz, Francisco Bosoletti, Addi, opere di Desiato e Paolo La Motta, fino al progetto Eldorato di Giovanni De Gara, messo in atto in questi giorni.
Tra le diverse iniziative concepite per l’aggregazione ed il riscatto attraverso la cultura si distingue la formazione dell’orchestra giovanile Sanitansamble, che seguendo il metodo Abreu, sotto la guida del Maestro Paolo Acunzo, utilizza la cultura musicale quale elemento di aggregazione ed apertura verso nuove prospettive. Le diverse azioni propositive hanno generato cooperative sociali e associazioni per l’inserimento lavorativo e l’educazione dei giovani del Rione, proprio a partire dalla accoglienza, come il B&B “Il Monacone”, dalla gestione e valorizzazione delle catacombe di San Gennaro e degli altri monumenti del Rione, affidate alla Cooperativa “La Paranza”, e infine anche dalla naturale necessità di manutenere questi spazi e i beni fisici della chiesa e del rione stesso, come “L’officina dei talenti”.
Nell’ambito di queste iniziative, nell’ambito delle attività promosse dalla “Fondazione di Comunità san Gennaro” , di cui è l’ispiratore, e che si avvale dell’appoggio e sostegno di e della “Fondazione con il Sud”, ha favorito e promosso lo sviluppo del Rione attraverso la Cultura e la Bellezza, tramite pratiche inclusive che hanno visto la collaborazione con numerosi artisti e figure di spicco della cultura e delle arti, tra cui si ricorda Mimmo Iodice, attuale Presidente Onorario della Fondazione di Comunità San Gennaro, già insignito della Laurea H.C. in Architettura nel 2006. L’operato di Antonio Loffredo ha evidenziato la possibilità di intendere il “Patrimonio non come ciò che ci lasciano, e che ci tocca”, come ha sintetizzato il Prof. Francesco Rispoli, “Patrimonio è il dovere di Padre, il compito che abbiamo davanti, missione che Don Loffredo ha svolto, con tutti i suoi soci di rivoluzione, in maniera esemplare”.
L’incisività e la forza con cui ha condotto questo lavoro, attraverso un costante dialogo con amministratori, enti pubblici e privati, operatori economici e culturali, lo ha portato nel tempo a trasformare il Rione Sanità in un caso emblematico, di notorietà ormai più che nazionale, che esprime una visione innovativa e fertile dell’uso dei beni comuni e dello spazio pubblico, attraverso pratiche sensibili, inclusive e che provengono dal basso. In tal modo ha mostrato di comprendere il vero senso della progettualità ed il ruolo civile ed etico dell’architettura.
Il DiARC ha avuto molte occasioni di partecipazione a tale fenomeno, attraverso ricerche, collaborazioni, workshop e progetti, attraverso le quali ha potuto comprendere lo spessore e le capacità di Antonio Loffredo nell’intendere l’Architettura come tensione al Progetto in senso lato che condensa nella forma fisica degli spazi cultura, memoria, relazioni umane e prospettive di sviluppo: su tali basi si è fondata la proposta del riconoscimento della Laurea Honoris causa.
Dal 2015 ha sottoscritto, insieme alla “Fondazione di Comunità san Gennaro”, un accordo di collaborazione scientifica con il DiARC, a valle del quale sono nati degli allestimenti urbani (a largo Vita, a piazzetta san Severo a Capodimonte, a via santa Maria Antesaecula, e recentemente una installazione temporanea luminosa di fronte a porta san Gennaro, e a via Sanità, sempre in condivisione con la rete dei commercianti connessa a Fondazione san Gennaro). Contestualmente la zona costituita dalle Catacombe ed il complesso di San Gennaro dei Poveri, con le aree circostanti, sono stati oggetto di studio e di proposte progettuali da parte di docenti e studenti del DiARC.
Ha attivato, tra il 2016 e il 2017, in collaborazione con una serie di docenti del DiARC, il laboratorio DIALUOGHI, che ha portato dopo un anno di lavoro fortemente partecipato alla redazione di un progetto di recupero di cave adiacenti alle catacombe di san Gennaro. Il progetto, adottato dalla Soprintendenza di Napoli, ha portato al finanziamento appena stanziato dal MIBACT per la redazione del progetto esecutivo di recupero di quelle cave sulla scia del lavoro d’indagine e di previsione spaziale e funzionale nato dalla collaborazione con il DIARC.
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