Lezioni, esami e lauree: alla Federico II non iniziative singole ma una risposta “strutturale, di sistema”

Con 3500 corsi erogati, 3200 esami di profitto e 270 laureati, il tutto in modalità remota nella settimana dal 16 al 20 marzo, la Federico II ha ormai ingranato la marcia. “Siamo molto soddisfatti per quello che l’Ateneo ha realizzato in tempi rapidissimi e in un contesto così profondamente inedito”. A tracciare il bilancio della situazione è il prof. Andrea Mazzucchi, Presidente della Scuola delle Scienze Umane e Sociali e coordinatore della Commissione, istituita dal Rettore facente funzioni Arturo De Vivo, che ha curato l’attivazione online di didattica, sedute d’esame e di laurea. Rapidità ed efficienza alla base di una risposta “che è stata strutturale, di sistema, che non si è basata su iniziative singole, ma sul lavoro di una Commissione composta da colleghi di vari Dipartimenti, con l’ausilio dell’ing. Giovanni Battista Barone del Centro di Ateneo per i Servizi Informatici e il dott. Maurizio Tafuto, capo della Ripartizione Relazioni Studenti”. Partiti “i corsi del secondo semestre, erogati principalmente attraverso la piattaforma Teams di Microsoft, ma anche ricorrendo a quella grande eccellenza che è Federica. A distanza, si sono svolte le sedute d’esame e di laurea e altre ce ne saranno. L’università è stata in grado di dare un segnale molto forte di presenza e prossimità nei confronti dei suoi studenti che si sono sentiti smarriti”. Online, lo studente da una parte e i docenti dall’altra, c’è lo scambio dei contenuti e la verifica delle conoscenze durante l’esame e la seduta di laurea. Questi incontri virtuali stanno proseguendo senza particolari problemi: “Nessuno studente mi ha scritto per lamentarsi e i colleghi proseguono con il loro lavoro come da calendario. Vanno avanti anche i ricevimenti attraverso email, Skype, Microsoft Teams o altre piattaforme”. Il lunedì, ad esempio, il professore incontra “chiaramente virtualmente – specifica – studenti e laureandi per garantire continuità e normalità”.
Casi clinici a Professioni Sanitarie
Anche la rete di Ateneo “nonostante sia molto caricata sta reggendo benissimo e questa è una grande soddisfazione. A qualche studente è capitato di avere qualche difficoltà con la propria rete e questo fa porre un quesito di carattere generale riguardante un divario informatico, a livello di competenze e possesso di strumenti informatici. A emergenza conclusa, il Paese dovrebbe considerare una politica complessiva per superare il divario tecnologico”. La risposta è stata, quindi, nel complesso “eccellente e compatta anche per quei Dipartimenti, come quello di Studi Umanistici, in cui si poteva immaginare maggiore refrattarietà nell’uso delle tecnologie”. 
Ogni Dipartimento chiaramente è diverso dall’altro e sta manifestando specifiche esigenze: “Gli esami della Scuola delle Scienze Umane e Sociali sono prevalentemente orali, che è cosa ben diversa da quegli esami che richiedono una parte scritta o applicativa. In Commissione avevamo matematici, fisici, ingegneri che si sono attivati proponendo soluzioni tecnologiche, come ad esempio lavagne virtuali”. Altro esempio che fa il docente riguarda le sedute di laurea delle Professioni sanitarie che prevedono un doppio step, di cui uno applicativo con esperti esterni al mondo accademico: “Anche per questo è stato previsto un regolamento apposito che garantisce, attraverso la presentazione di casi clinici da analizzare, il sopperire all’impossibilità per il laureando di essere in presenza davanti al paziente”. 
Tra le priorità dell’Ateneo ci sono state sicuramente “l’avvio e la prosecuzione del semestre nonché permettere agli studenti di sostenere gli esami, prioritariamente a chi doveva laurearsi. Poi, con la proroga dell’anno accademico al 15 giugno, potremo aggiungere altre sedute di laurea oltre quelle già programmate”. Ma il lavoro non si ferma: “Avvieremo anche una macchina complessa quale quella del percorso formativo 24 CFU per l’accesso all’insegnamento: stiamo programmando i nuovi appelli che garantiremo agli studenti in modalità telematica entro la fine di aprile e prima dell’eventuale pubblicazione del bando di concorso”.
Riunioni, organi collegiali e attività culturali
Quali sono le prossime sfide all’orizzonte? Il prof. Mazzucchi identifica tre obiettivi. “In primo luogo ci stiamo attrezzando per garantire, attraverso le piattaforme informatiche, anche il regolare svolgimento di Consigli di Amministrazione, di Dipartimento, Corsi di Laurea, Senato Accademico. Tutte le riunioni e i rapporti tra gli organi decisionali della vita di Ateneo, se l’emergenza dovesse ancora proseguire, avranno continuità in forme a distanza”. Secondo punto è “trarre da questa esperienza una lezione affinché si possa utilizzare, in maniera seria e consapevole, il potenziale che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione. Io credo che l’università sia una comunità di persone che si incontrano. Per la qualità di una lezione è fondamentale che il docente guardi negli occhi lo studente e colga la sua espressione di soddisfazione per aver capito il concetto o di sgomento. Però stiamo scoprendo alcuni vantaggi di una didattica a distanza che possiamo utilizzare anche nella didattica che ci piace, cioè quella in presenza. A partire da queste forme di sperimentazione, avremo vinto le resistenze e potremo usare la nuova sensibilità e il patrimonio di conoscenze acquisite per far interagire, con tecniche di qualità, didattica in presenza e didattica a distanza”. Al terzo punto “tengo particolarmente. Oggi abbiamo garantito l’ordinario, corsi tradizionali, esami e sedute di laurea. Ma il nostro Ateneo ha tutta una serie di attività seminariali e iniziative che ci piacerebbe recuperare”. Il docente cita, come esempio, le attività che l’Università ha portato avanti per il 25 marzo, giornata che i Ministeri dei Beni Culturali e dell’Istruzione hanno dedicato a Dante Alighieri: “Il nostro Ateneo ha partecipato nel modo in cui l’emergenza lo ha permesso. Abbiamo programmato e realizzato registrazioni, disponibili sul sito di Ateneo, con giovani attori professionisti di una certa notorietà che hanno letto i Canti di Dante. Tra questi video, ce n’è uno di un’attrice comasca che ha recitato la traduzione in milanese di Carlo Porta del primo Canto dell’Inferno, come segno di vicinanza agli Atenei settentrionali che stanno vivendo una situazione ancor più difficile della nostra”. Ma altre attività sono in programma: “attività che vogliono mantenere viva la funzione di propulsore culturale che il nostro Ateneo esercita verso il territorio. Un altro esempio potrebbe riguardare un’attività che, da cinque anni, si tiene nel mese di maggio e che vede un noto poeta vivente fare lezione di poesia. Inoltre, intendiamo portare avanti, a distanza, anche l’orientamento presso le scuole con accordi con l’Ufficio scolastico regionale e i dirigenti scolastici”. E le attività di tirocinio? “Anche qui stiamo provando a dare una regolamentazione. Quelli da svolgere presso enti esterni chiaramente non possono essere portati avanti, dovranno diventare interni e il docente stabilirà con il tirocinante un’attività sostitutiva in luogo di quella non realizzabile”. 
La situazione si avvierà a tornare alla normalità dopo la data del 3 aprile? Il prof. Mazzucchi è sicuro di no, “ma ci stiamo attrezzando in questa direzione. Questo momento deve diventare anche un’occasione di studio e di riflessione. Dall’area umanistica, da Sociologia, si stanno anche avviando osservatori e studi per avere dati su cui riflettere”. Il migliore incoraggiamento, comunque, arriva proprio dalla risposta di docenti e studenti: “Ci auguriamo che questa situazione venga presto superata e che il sistema di competenze e di passione del nostro Ateneo possa permettere la rinascita”. 
 
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