Lezioni in presenza, le matricole tirano un sospiro di sollievo: “l’ultimo anno di liceo è stato devastante”

Si radunano a Piazzale Tecchio, alzano gli occhi ammirati sulla sede di Ingegneria che in molti vedono per la prima volta e, cellulare alla mano, si confrontano e si aiutano nella ricerca delle aule. Per gli aspiranti ingegneri è ora di ingranare la marcia. Niente misurazione della temperatura all’ingresso, poiché non è obbligatoria, c’è il controllo della prenotazione per la lezione in presenza e si viene indirizzati ai dosatori di AmUnina, il disinfettante per le mani prodotto dal laboratorio di Tecnologia Farmaceutica del Dipartimento di Farmacia federiciano.
“Conosco già un po’ la sede perché ho partecipato all’Open Day lo scorso anno – racconta Antonio Coppola, Ingegneria Gestionale della Logistica e della Produzione – Ricordo l’atrio e i corridoi pieni di professori e di studenti seduti sulle scale. Vista così mette quasi tristezza. La didattica a distanza è stata necessaria, ma ci ha tolto qualcosa di importante, avere un compagno che ti fa da spalla e con cui puoi scambiare una battuta. Noi cinque – e indica i colleghi insieme a lui – ci siamo conosciuti stamattina e siamo già diventati amici”. Le aule studio sono buie, ancora chiuse, e non è permesso nemmeno occupare i posti a sedere nei corridoi. Non si può sostare nella struttura a meno che non si abbia lezione e, infatti, il gruppo Vincenzo Francesco Grimaldi, Ingegneria Edile-Architettura, viene invitato ad aspettare all’esterno l’inizio della prima lezione. “Noi veniamo da un istituto per geometri e forse siamo un po’ avvantaggiati in questo tipo di studio che, alla fine, permette di iscriverti sia all’Albo degli Architetti che degli Ingegneri”, comincia. Dopo la prima lezione su Teams fatta a fine settembre, un incontro di presentazione con alcuni docenti del corso, i ragazzi hanno creato dei gruppi per le matricole sui social: “È così che ci siamo conosciuti noi – e intanto arriva trafelato un altro studente che riconosce alcuni dei membri del gruppo – Non sappiamo ancora cosa aspettarci da questi primi giorni di lezione, ma siamo preoccupati che l’università possa chiudere di nuovo”. “Io vorrei trascorrere molto tempo qui – gli fa eco il collega Nicola Francesco Langellotto – Anzi, spero presto di potermi fermare a studiare dopo la lezione, anche perché sono di Castellammare di Stabia e impiego un’ora e mezza per arrivare a Napoli. L’online ha molti limiti, soprattutto per quel che riguarda l’attenzione e la partecipazione di uno studente”. 
Con il sistema a specchio “si perde tempo”
Flora Garofalo sembra essere un po’ in difficoltà. A giornata iniziata si è resa conto di aver sbagliato sede: “Noi di Edile seguiamo a via Nuova Agnano. Quando ho scelto il Corso ho selezionato il canale di Ingegneria Edile Piazzale Tecchio ed ero convinta che tutte le nostre lezioni si sarebbero svolte qui. Stamattina sono entrata nell’aula A per Analisi Matematica e mi sono accorta di essere tra navali, gestionali e chimici”. Ha fretta di trovare una postazione per provare almeno a seguire in streaming il resto della lezione: “Non sono molto brava a cercare le notizie sui siti, faccio un po’ di confusione. Purtroppo per me, oltretutto, la sede di via Nuova Agnano è anche piuttosto difficile da raggiungere”. Le aule impegnate il 5 ottobre sono A, B, D al secondo piano e quelle di disegno al piano inferiore. Approfittano di una pausa per una boccata d’aria Roberta Boccarossa, Ingegneria Gestionale, e Vincenzo Aversano, Ingegneria Elettrica. I due sono un po’ perplessi: “Siamo nell’aula A, mentre la professoressa è nella B, che oltretutto è meno piena. Dovremmo seguirla tramite Teams, ma non si sente nulla e l’immagine che viene proiettata è piccola e storta. Abbiamo Analisi, si parla di insiemi, ma non riusciamo a capire nulla. Il tutor in aula ha sollecitato un intervento, ma purtroppo il problema non si è risolto”. “Mi sembra che ci sia un po’ di disorganizzazione – prosegue Giovanni Mario Canu, Ingegneria Chimica – Avremmo dovuto cominciare il 28 ed è stato posticipato tutto di una settimana. Non mi aspettavo problemi già il primo giorno. Con il sistema delle aule a specchio e del professore che deve passare dall’una all’altra si perde già un po’ di tempo. Stamattina la professoressa di Analisi ha deciso, per il tempo che rimaneva, di finire la lezione in aula B e poi di venire da noi nella A e ripetere tutto daccapo. Speriamo che nei prossimi giorni vada meglio”. Giovanni ha cambiato i suoi piani in corso d’opera: “Intendevo iscrivermi al Politecnico di Milano, ma quando ho saputo che le attività sarebbero state erogate interamente online ho cambiato idea. Non ha senso iscriversi in un’altra regione e poi seguire le video-lezioni dalla Campania. Anche la scelta di Ingegneria Chimica è stata un po’ casuale: ero indeciso tra Chimica, Elettronica e Informatica, ma alla fine non avevo un motivo specifico per scegliere l’una piuttosto che l’altra”. Stare in aula in tempo di coronavirus è più difficile? “Non più di tanto. Alla fine è tutta questione di gel e mascherina. All’inizio sembra faticoso, ma si fa l’abitudine”. 
Per accedere ad Ingegneria bisogna effettuare il Tolc test, quest’anno erogato nella modalità TOLC@CASA. Per gli studenti non sembra essere cambiato molto: “Alla fine il punto è sapere o non sapere le cose, non conta molto dove lo fai. Anzi, forse è stato anche più efficace perché i membri della commissione erano attentissimi. In presenza un modo per copiare lo si trova sempre mentre online si è svolto tutto secondo le regole”, è il commento di Siro Mazzarrazzo, Ingegneria Meccanica. Con le opportune distanze di sicurezza, Matteo Schisano, Ingegneria Meccanica, è in fila in segreteria: “Oggi non ho lezione – spiega – Sono qui solo per la segreteria, perché ho un problema da risolvere. Non riesco ad accedere a Go-In nonostante abbia ricevuto la matricola. Spero di risolvere il problema altrimenti temo di dover frequentare online”. 
Poco lontana da Piazzale Tecchio c’è la sede di Ingegneria di via Claudio. Anche lì le matricole sono state collocate nelle aule più spaziose, nel palazzo del biennio, ristrutturato recentemente, dove ci sono le grandi T e I. Fuori alla T2 c’è Alessandro Molese, Ingegneria Meccanica, in pausa per una boccata d’aria a metà mattina: “Stamattina non si può dire che la lezione sia partita. Il tutor non riusciva a capire come funzionasse la strumentazione tecnologica e quindi abbiamo perso un bel po’ di tempo. Ora sembra che il problema sia rientrato”. Il suo primo impatto con l’università è, però, positivo, frutto sicuramente il rientro in aula: “L’ultimo anno di liceo è stato devastante. Le classiche complicazioni che si hanno a scuola, soprattutto con i programmi di studio, online si sono incrementate. L’avvio in presenza è la cosa migliore”. Nell’aula T4 c’è un piccolo gruppo di cui fanno parte Arianna Ventrelli, Giorgia Ariante, Annalisa Riccardo e Manuela Altrura. Sono studentesse al secondo anno di Ingegneria Edile-Architettura in attesa della docente: “Per il nostro Corso è prevista una didattica mista in presenza e online sia perché nel nostro piano di studi ci sono molte ore di laboratorio, sia perché siamo oggettivamente pochi. Al secondo anno siamo una trentina, anche se in aula seguiamo in pochi, così come al terzo anno che conta una decina di ragazzi”. Del gruppo, solo una studentessa raggiunge le sedi universitarie impiegando i mezzi pubblici: “Siamo felici di avere la possibilità di stare in aula. Da casa ti mancano quelle piccole cose come una chiacchiera con il collega o il pranzo insieme e lo studio diventa quasi un obbligo perché, spento il computer, non hai altro da fare”.
 
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