L’interazione da remoto “è inesistente”

La giornata universitaria inizia presto. Ne sanno qualcosa gli studenti del Corso di Studi Triennale in Lingue, Culture e Letterature Moderne Europee. Prima il bus che conduce alla stazione metropolitana più vicina; poi la discesa lungo le scale mobili e l’attesa del convoglio – talvolta così lunga da ingenerare un colpevole ritardo – che schiude le porte della fermata Università. Da lì, per evitare il rischio di sbagliare, calendario delle lezioni alla mano per orientarsi rispetto all’aula indicata. Che può trovarsi tanto all’interno di San Pietro Martire, tanto nella sede centrale del Corso Umberto. Un andirivieni che, tuttavia, vale solo per chi segue in presenza. Un tema, quello della didattica mista, che ha tenuto banco nei giorni scorsi per alcune difficoltà insorte soprattutto nella prima settimana utile del nuovo anno accademico. E quindi: come stanno procedendo le cose per quello che resta, ad oggi, il secondo Corso più numeroso, per iscritti (circa 500 l’anno), del Dipartimento di Studi Umanistici? Stavolta, dopo lamentele diffuse degli studenti per le problematiche relative soprattutto alla prenotazione del posto a sedere tramite Go-In, i docenti offrono il proprio punto di vista. Che ribadisce da un lato le complicazioni incontrate inizialmente; salvo poi, dall’altro, sottolineare il sensibile miglioramento delle condizioni con il passare del tempo. E sono le ore 11 di mercoledì (27 ottobre), quando circa 50 ragazzi prendono posto all’interno dell’aula Dsu 5 (50 posti) pronti a seguire, dopo Letteratura Italiana nell’aula Dsu 4 (57 posti) per il gruppo A-L, il corso di Lingua e Linguistica Spagnola 1 (primo anno della Triennale), del quale Claudio Vizcaino Del Moral è Lettore e collaboratore linguistico. Due ore condotte per intero in lingua iberica, discettando ora su alcune regole grammaticali; ora sull’importanza di alcuni passi di opere letterarie. Congedatosi dai propri studenti con un sorriso, tira un primo bilancio della situazione relativa a questa ripresa del tutto unica. “La lezione si è appena conclusa e possiamo vedere per bene i numeri di chi ha seguito da casa, di chi in presenza. Tenendo presente che a questo insegnamento sono iscritte 360 persone, oggi in 25 hanno presenziato da remoto; in 50 qui in aula. Finora onestamente non ho riscontrato né problemi con le prenotazioni degli studenti, né con la connessione, ad eccezione di lunedì scorso quando l’intero Dipartimento ha avuto contrattempi con il wi-fi. La situazione per quanto riguarda gli altri anni della Triennale cambia parecchio, perché sia del secondo che del terzo sono in pochi a frequentare”. Insomma, allo stato attuale, il docente pare abbastanza soddisfatto e ottimista sul prosieguo. Di tutt’altro parere, invece, è il titolare della medesima cattedra, Salvatore Musto. Che, prima di dare il via alla lezione nell’aula Dsu 1 (quasi tutta piena, con una capienza di 79 posti), è costretto prima a recarsi nel suo studio, prelevare il pc, portarlo in aula e avviarlo. Nel frattempo si radunano i ragazzi alla ricerca del posto migliore per seguire (e ascoltare). “Per quanto mi riguarda procede molto male”, racconta stizzito il professore, che si ferma a spiegare cosa non andrebbe. “Il device per la doppia modalità non lo troviamo già sulla cattedra. Bisogna collegarlo, aspettare eventuali aggiornamenti, sperare che non ci siano problemi di rete, che pure si verificano, e capire se tutti riescono a sentire da casa. Praticamente la lezione inizia con mezz’ora di ritardo”. Problemi tecnici. Ai quali si aggiunge, però, la questione dell’interazione, che da remoto “è inesistente. Riusciamo a trasmettere i contenuti, dei miglioramenti rispetto all’anno scorso ci sono, ma se i ragazzi volessero intervenire diventerebbe difficile, perché l’acustica delle aule è pessima, rimbomba tutto e non si riesce a comprendere nulla”. Quanto ai numeri: “Io conto circa 300 iscritti solo per Lingua Spagnola 1, e la maggioranza deve per forza seguire da casa, perché le aule sono sempre piene, nonostante oggi, stranamente, ci sia qualche posto vuoto. Non dimentichiamo che prima del Covid i ragazzi, pur di seguire, sedevano a terra”. Non mancano, da ultimo, critiche al sistema Go-In, che creerebbe “una confusione inutile tra chi prenota e non viene, e chi, non riuscendo a prenotare, è costretto a rimanere a casa”. Ma, se il numero di frequentanti in doppia modalità, per il corso di Musto, è a dir poco esorbitante, si arriva al paradosso analizzando la situazione che vivono le lezioni di Linguistica, che siano di inglese, spagnolo o francese. Un paradosso già evidente nei numeri elencati da Del Moral, ripresi e confermati dalla prof.ssa Daniela Puolato, che si occupa di Linguistica Francese. Se da un lato, a proposito di didattica mista, arriva la conferma che, “tolti i primi giorni, quando mi è capitato di non poter fare lezione per alcuni corsi della Magistrale a causa di problemi tecnici, direi che ora sta andando tutto per il verso giusto”; dall’altro “per il mio corso sono molti di più quelli che seguono da casa, circa un centinaio, nonostante ci sia ampia capienza in alcune aule, dove registro massimo 40 persone, a proposito del primo anno della Triennale”, spiega. Sarà colpa delle aule troppo piccole, si dirà. No. Almeno non in questo caso, guardando i luoghi in fruizione. Linguistica francese 1, infatti, si tiene nell’aula Dsu 1 (79 posti) e nell’Aula 3 (130 posti) della sede centrale. “La prima si riempie un po’ di più ma non è assolutamente il numero che servirebbe. La seconda addirittura sembra vuota. Ho notato anche che si tratta sempre delle stesse persone, non c’è ricambio di studenti. Fortunatamente sulla trasmissione di contenuti non incide, perché io lavoro allo stesso modo con tutti, ma onestamente così non va, data la capienza al 100%. Abbiamo allestito aule, messo in piedi Go-In, mi sarei aspettata molta più partecipazione”. La situazione non cambia alla Magistrale, dove in proporzione si verificano le medesime dinamiche: “Mi sono ritrovata a fare lezione con una sola persona, su 15 studenti. In questo caso mi hanno dato un motivo. Hanno solo il mio corso di lunedì, ragion per cui mi hanno chiesto di svolgerlo interamente online. So per certo che non accade lo stesso alla Triennale”. Gli studenti, di par loro, avrebbero offerto come motivazione il fatto di abitare lontano. Alla fine della fiera: a Lingue ci sono insegnamenti molto più seguiti di altri; con questi ultimi che si trovano a fare da contrappeso di uno squilibrio evidente. I problemi tecnici, soprattutto per i corsi che riscontrano numeri cospicui, non mancherebbero. Pare evidente: si è ancora in fase di rodaggio.
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