Messico e Canada, le mete di studio di Giuseppe e Francesco alla ricerca di materiale per le tesi di laurea

Hanno ricercato il materiale per la Tesi di Laurea oltreoceano: uno in Messico, l’altro in Canada. Sono i due studenti di Giurisprudenza vincitori del bando di concorso ministeriale che permette a giovani laureandi di fare ricerca all’estero. Giuseppe Esposito e Francesco Cannone hanno avuto accesso a realtà, strutture e biblioteche, dove poter trovare spunti per completare e terminare il proprio lavoro di tesi. 
“Sono stato a Città del Messico dal 9 agosto all’11 ottobre – racconta Giuseppe, 28 anni, studente fuoricorso – La mia tesi in Criminologia ha come tema di base gli ‘sport da contatto’, analizza come praticare questi ultimi possa o meno incentivare una condotta violenta. Gli sport da contatto hanno una lunga tradizione in Messico, poter cercare in prima persona materiale attinente ad un tema così inusuale mi ha spinto a partire”. La realtà che lo studente si è trovato di fronte è stata ancora migliore di ciò che si aspettava: “Sono stato all’ITAM, una Università messicana molto nuova, dove ho trovato persone squisite ad accogliermi. Avevo accesso libero alla biblioteca. Le poche volte che ho seguito qualche lezione – impiegavo tutto il mio tempo nella ricerca di materiali – ho notato che erano molto pratiche e con prove scritte. Il metodo d’insegnamento è simile al nostro, solo che le classi erano piccole, 30 studenti al massimo, ed il rapporto con il docente  molto più umano. C’è fra tutti un’interazione continua, cosa che da noi si vede sporadicamente”. E poi: “Città del Messico offre tanto, è un mondo caotico ma bello ed interessante. L’impatto con questa realtà è stato forte, ma mi ha fatto crescere. Ero già stato in Erasmus in Spagna, ed avevo già vinto una Borsa di studio per l’Olanda, tuttavia questo viaggio mi ha aperto la mente e mi ha offerto la possibilità di trovare materiali utili per la fine del mio percorso”. La discussione della tesi è prevista per la prossima sessione: “Devo dare l’ultimo esame, Commerciale, e sistemare tutto il materiale accumulato. Dopodiché mi dedicherò alla carriera, mi piacerebbe diventare  avvocato penalista, magari lavorando anche all’estero”. Un’esperienza di dieci anni trascorsi all’Università, cosa si potrebbe cambiare a Giurisprudenza? “Non discuto la didattica perché la reputo completa. Cambierei però il metodo d’insegnamento, avvicinandomi a quello americano con simulazioni quotidiane, test scritti, esperienze dal vivo e meno manualistica”. Le esperienze estere sono consigliate a tutti, ma “è difficile prendervi parte. Ringrazio la prof.ssa Carla Masi che occupandosi di questo settore permette a noi studenti di partire. Queste occasioni danno una conoscenza profonda del diritto nel mondo, e quando si va via si ha una marcia in più rispetto a chi non si muove mai da Napoli”. 
È stato in Canada, a Québec, presso l’Université Laval, Francesco, 24 anni, all’ultimo anno di Giurisprudenza. “La mia tesi in Diritto Internazionale – spiega lo studente – concerne proprio il rapporto fra il diritto internazionale e quello canadese e come quest’ultimo lo recepisce al suo interno. Quando sono arrivato al Campus mi sono dedicato subito alla ricerca delle fonti. Più frequentavo l’ambiente e più mi rendevo conto che stavo facendo un’esperienza che mi avrebbe permesso di crescere personalmente e professionalmente”. Lo studente ha trovato: “ospitalità e gente aperta all’incontro, un’internazionalizzazione che non avevo mai avvertito neppure durante il mio Erasmus a Budapest. Rispetto all’Erasmus, però, il contesto è  diverso”. Racconta dei servizi e delle strutture: “una Biblioteca molto vissuta e aggiornata, spazi per studenti un po’ ovunque, residenze in cui socializzare e una cittadina dove si può trovare lavoro facilmente per pagarti gli studi”. L’ambiente descritto non rispecchia ciò che si vive quotidianamente a Napoli: “Non solo per lo stile di vita ma anche per la didattica – dichiara lo studente – In Canada c’è un’attenzione molto più forte per lo studente, c’è una dignità riconosciuta a chi studia che qui da noi non si ritrova assolutamente. Inoltre, gli esami sono strutturati in un altro modo. Non c’è l’esamone finale che contempla tutta la disciplina, ma tante piccole prove da affrontare frequentemente. Sarà anche più stressante ma, così facendo, la prova la porti a casa e non rischi di perderti, come succede spesso nel nostro Corso di studi”. Una pecca nel programma di ricerca all’estero però c’è: “I soldi della borsa di studio (circa 2600 euro per un periodo che va da agosto ad inizio ottobre) arrivano dopo il viaggio. In pratica, le spese sono pagate e anticipate dallo studente che solo successivamente viene rimborsato. Questa cosa non va bene, chi non ha una disponibilità economica immediata non può partire? Così si rinuncia, per un problema burocratico, ad una bellissima opportunità”. A quattro esami dalla laurea lo studente ha già le idee chiare: “Non mi interessano le classiche professioni, non voglio fare l’avvocato. La mia passione è la politica, mi piacerebbe fare un’attività ibrida che contempli la politica con il diritto”. Di sicuro seguirà un Master in Diritto Internazionale: “A tal proposito voglio ringraziare il prof. Massimo Iovane, che, appena ha appreso la mia idea di andare in Canada, non ha esitato un attimo, incoraggiandomi a partire. Così come la prof.ssa Masi, sempre pronta a proporre a noi studenti nuove e stimolanti opportunità di viaggio a scopo didattico”. 
Susy Lubrano
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