Spazi: “nessuno vuole studenti di serie A e di serie B, ma il rischio che nei fatti accada proprio questo è reale”

“È importante che tutti gli iscritti alla Federico II siano trattati come studenti alla pari. Non è pensabile che se una ragazza o un ragazzo si immatricola ad un certo Dipartimento o ad un determinato Corso di Laurea abbia servizi e facilitazioni diversi da altri i quali hanno compiuto scelte differenti ed hanno vocazioni diverse. Nessuno, a partire dal nostro Rettore Matteo Lorito, vuole studenti di serie A e di serie B, ma il rischio che nei fatti accada proprio questo è reale. Sarebbe inammissibile: gli studenti sono le nostre risorse ed abbiamo la responsabilità di dare il massimo che possiamo in maniera indipendente dal fatto che uno scelga Sociologia, Filosofia o Ingegneria”. La prof.ssa Dora Gambardella, ordinaria di Sociologia generale e Direttrice del Dipartimento di Scienze sociali, lancia un appello all’Ateneo affinché al più presto si adottino strategie efficaci e risolutive per garantire ai suoi studenti, e più in generale agli iscritti ai Corsi di Laurea di area umanistica, spazi e strutture di livello adeguato.
“Siamo ai limiti delle capacità”
“In centro storico – ribadisce – abbiamo un problema molto serio che persiste da anni. La carenza degli spazi è ormai patologica. Non abbiamo tantissime possibilità di sopravvivere in questa maniera. Il Rettore è informato sui fatti. Sa bene che quest’anno ancora viviamo in una sorta di post emergenza e che un orario di due lezioni in presenza ed una a distanza ci permette di andare avanti, ma se il ritorno in presenza sarà completo ed i nostri numeri resteranno quelli di oggi le aule del centro storico non basteranno. A noi come agli altri, per esempio Studi Umanistici. È vero che il lavoro di coordinamento degli spazi messo in campo dalla Scuola e la disponibilità di Giurisprudenza a mettere a disposizione aule nella sede di via Marina ci stanno aiutando, ma, in prospettiva, uno sbocco ed uno spazio per la didattica dei Dipartimenti in centro storico va trovato. Siamo ai limiti delle capacità. Usiamo tutti gli spazi possibili. Facciamo lezione fino al tardo pomeriggio, con sacrificio dei docenti e degli studenti e con il rischio di una perdita di efficacia della didattica, ed iniziamo prestissimo. Mi auguro si trovi un piano di sviluppo complessivo. Il momento è quello giusto perché ci sono le risorse del Pnrr. Se non ora, quando? È veramente l’occasione per ragionare non solo sulla ricerca, ma anche sulle infrastrutture che sono indispensabili alla didattica ed alla ricerca. Non possiamo pensare di tornare a vedere gli studenti di Sociologia, di Lettere, di Scienze Politiche, di Giurisprudenza seduti per terra o accalcati sulle scale per seguire una lezione”.
Sede di San Giovanni, piace ai docenti meno agli studenti
Qualche novità, per la verità, riguardo agli spazi è arrivata già quest’anno perché Culture digitali, uno dei Corsi di Laurea che afferiscono al Dipartimento di Sociologia, ha potuto attivare un canale formativo nel polo universitario di San Giovanni a Teduccio, dove già da dodici mesi è ospitata anche la Laurea Magistrale, anch’essa fa capo al Dipartimento, in Innovazione sociale. “I colleghi che stanno insegnando lì – riferisce la prof.ssa Gambardella – sono molto soddisfatti per la struttura e la modernità delle attrezzature che aiutano a svolgere un buon lavoro sul piano della didattica. Dagli studenti il doppio canale deve essere ancora maturato. Credo che ci sia una sorta di difficoltà mentale nel passaggio dal centro storico a San Giovanni a Teduccio”. Quest’anno il Corso di Laurea in Culture Digitali era aperto a 500 nuovi iscritti. Si è svolto un primo test selettivo a settembre, al quale ha partecipato un numero di candidati di gran lunga inferiore a 500. “Abbiamo perciò organizzato una seconda prova selettiva che si è svolta a fine ottobre. Complessivamente, dalle informazioni ricevute dai miei colleghi, quest’anno i nuovi immatricolati dovrebbero essere circa 400. Meno del massimo che avevamo stabilito, ma comunque un buon numero. Mi dicono i docenti del primo anno che le ragazze ed i ragazzi che hanno iniziato a frequentare appaiono motivati e seri”. Circa 400, stando ai partecipanti al test di autovalutazione non selettivo svoltosi nelle scorse settimane, anche i nuovi iscritti al Corso di Laurea in Sociologia.
Il 3 novembre, intanto, è iniziato il ciclo di seminari che ha come argomento i metodi di approccio allo studio universitario ed è destinato agli iscritti al primo anno del corso di Laurea in Culture digitali e del Corso di Laurea in Sociologia. Sono previsti tre incontri di due ore sulla piattaforma Teams, dunque a distanza. Verranno trattati argomenti su come organizzare il materiale di studio e come approcciarsi ai programmi d’esame.
Sono in cantiere nuovi arrivi, poi, legati all’espletamento dei bandi per il reclutamento dei ricercatori finanziati attraverso le risorse del PON Ricerca ed Innovazione. Complessivamente alla Federico II saranno destinati 150  ricercatori. “A Sociologia – dice la prof.ssa Gambardella – ne avremo tre e prenderanno servizio il 1° gennaio. Per il settore ‘Innovazione’ abbiamo un bando su Statistica ed uno su Informatica. Area per noi cruciale, quest’ultima, ma al momento non adeguatamente coperta. Avremo poi un nuovo ricercatore sulla linea Green del Pon e sarà in Sociologia del territorio, dell’ambiente. Abbiamo già in insegnamento di Sociologia dell’ambiente che è incardinato nel Corso di Laurea in Sociologia”.
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