Tanta aula e studio individuale, al secondo anno molti biotecnologi dicono addio agli hobby

“Prima di cominciare l’Università coltivavo molti hobby. Suonavo il pianoforte e l’ukulele e ballavo. Al primo semestre ho totalmente rinunciato a queste attività. Per la seconda parte dell’anno, invece, ho ripromesso a me stessa di non rinunciare alla mia vita per lo studio. Quindi mi sono lasciata il sabato pomeriggio per l’Hip hop. Avrei preferito potermici dedicare una sera durante la settimana, ma pazienza”. Conciliare lavoro in aula e studio individuale non è un gioco da ragazzi per gli studenti di Biotecnologie per la Salute giunti ormai a metà del proprio cammino accademico. Lo si intuisce dalla parole di Rufina, studentessa iscritta al secondo anno, che finora è riuscita a non lasciarsi alle spalle nemmeno un esame: “i semestri passati ho rinunciato alla vita sociale. Adesso sto organizzando meglio lo studio e sto rivedendo le priorità. Ho capito che se una sera si smette prima di studiare per svagarsi non c’è nulla di male, ci sarà tempo per recuperare”. Il calendario delle lezioni impegna, per le lezioni frontali, dal lunedì al giovedì, dalle 9 del mattino fino alle 16: “è un problema organizzarsi con lo studio. Stare qua quasi tutti i giorni fino al pomeriggio comporta tornare a casa distrutti. Resta poco tempo per poter aprire i libri almeno per mettere in ordine gli appunti”. Sui nuovi corsi: “mi sta piacendo l’esame di Biotecnologie cellulari, molecolari e computazionali, con i professori Paolella, Costanzo e Sepe. È molto completo. Gli esami sostenuti finora sono stati generici. Questo invece entra più nel vivo delle Biotecnologie”. A preoccuparla di più, invece, è “il trittico (l’esame in tre moduli di Anatomia, Istologia e Fisiologia). Non sono previste prove intercorso, quindi si tende ad arretrare qualche argomento. Ma bisogna stare al passo perché di certo non è una materia che si può iniziare a preparare agli inizi di giugno”. Un suo collega, che preferisce rimanere anonimo, sottolinea il disagio vissuto da chi, come lui, è costretto a…
 
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