Titolo uno e quadruplo, i percorsi di Biotecnologie per la salute

Medico, Farmaceutico, Alimentare o Veterinario? Quattro opzioni, un curriculum da scegliere. È lo step che attende gli studenti del secondo anno del Corso di Laurea Triennale in Biotecnologie per la salute, chiamati a dare al proprio cammino un’impronta specifica. “Il piano di studi è uguale per tutti al primo anno. Nel secondo è previsto un primo semestre comune, poi, a cavallo tra secondo e terzo, c’è questa parte nella quale cominciate a meglio caratterizzare il percorso”. Così il prof. Giovanni Paolella, Coordinatore del Corso, ha dato il via all’incontro che, il 26 novembre, ha riunito nell’aula 1.2 dell’edificio di via De Amicis più di cento studenti. Premessa: “scegliere un curriculum non significa conseguire un titolo diverso, resta sempre una laurea in Biotecnologie per la salute”. Insomma, cambiano le sfumature, ma la protagonista resta sempre lei, la salute: “noi studiamo come funzionano le cellule, le molecole, le strutture biologiche e gli organismi, cercando di interferire in maniera favorevole per trarre aspetti positivi per la salute umana e animale”. Quindi “in questa logica, l’idea è che alcune aree di applicazione più specifiche possano essere messe meglio in evidenza”. Sfruttando anche gli “esami opzionali che permettono di personalizzare ancora di più la vostra scelta”. Due gli esami, entrambi da dieci crediti e divisi in due moduli, che caratterizzano il curriculum medico. Si tratta di Diagnostica Biotecnologica Integrata e di Genetica Medica e Microbiologia Clinica. Potrebbero essere questi i primi passi verso la Magistrale in Biotecnologie Mediche, presentata dal suo Coordinatore, il prof. Stefano Bonatti: “è un Corso che al forte contenuto culturale affianca un’attività di laboratorio che deve durare almeno un anno”. Con una novità, partita quest’anno: “il canale in inglese. Attualmente conta una ventina di iscritti. È molto probabile che anche voi possiate scegliere questa opzione, perché dubito che l’esperimento appena avviato fallisca”. Ha come sbocco più logico la Magistrale in Biotecnologie del Farmaco il curriculum farmaceutico, raccontato dal Coordinatore del Corso biennale, il prof. Gennaro Piccialli: “permette di studiare cosa sono i farmaci, come si costruiscono e quali leggi ruotano intorno a esso”. Concetti che “si approfondiscono alla Magistrale. L’anno scorso contava 25 iscritti, oggi ce ne sono dieci in più e molti provengono anche da Triennali diverse da questa”. Con un aforisma del filosofo Ludwig Feuerbach, “noi siamo ciò che mangiamo”, la docente di Genetica agraria Rosa Rao ha dato il via alla presentazione del curriculum alimentare, il cui obiettivo è “l’introduzione del sistema pianta che trattiamo a livello genetico, genomico e biotecnologico”. Spazio anche per la Magistrale in Biotecnologie Agro-ambientali e alimentari che “prevede 28 crediti per la prova finale, alla quale bisogna dedicarsi per almeno 18 mesi, di cui 12 da spendere in laboratorio” e che “consente l’iscrizione all’Albo dei biologi e a quello degli agronomi”. A completare il quadro, il curriculum veterinario, affidato alla relazione della prof.ssa Alessandra Pelagalli, docente di Fisiologia veterinaria. Perché scegliere questo percorso? “Per conoscere e sviluppare metodi e pratiche che utilizzano le biotecnologie per il miglioramento del benessere animale e della salute umana”. Un titolo che offre “opportunità diverse. Tra i nostri laureati c’è chi oggi è ricercatore al Policlinico, chi al CEINGE e chi, ancora, in altri centri di ricerca”. La palla, adesso, passa agli studenti. Di certo c’è chi ha già…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 20/2015)
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