Vaccino e danni genetici: “non vi è la più lontana possibilità”

La prof.ssa Paola Salvatore, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica, è un altro dei docenti federiciani di Medicina che hanno già ricevuto la prima somministrazione del vaccino anticovid. “Come moltissimi altri colleghi – racconta – anch’io mi sono vaccinata grazie alla perfetta organizzazione programmata e coordinata dalla Direzione Generale e Sanitaria della nostra Azienda Ospedaliera Universitaria. Ho avvertito solo un lieve indurimento del muscolo nel sito di iniezione. Spero che tutti possano farla al più presto”.
Come funziona il vaccino per il Covid? “Esistono diverse tipologie di vaccino anti SARS-CoV-2. Tutti i vaccini attualmente in uso sono stati messi a punto per indurre una risposta capace di bloccare la proteina virale di superficie Spike, proteina che agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule dell’ospite. I due farmaci innovativi (Pfizer e Moderna), attualmente autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco ed approvati per la campagna vaccinale, utilizzano una tecnologia già precedentemente formulata per contrastare la SARS e la MERS. Entrambi i vaccini utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA), incapsulato in liposomi (nanoparticelle lipidiche grazie alle quali l’mRNA viene protetto dalla degradazione e può essere veicolato all’interno delle cellule umane), che contengono le istruzioni affinché le cellule della persona che si è vaccinata sintetizzino le proteine Spike inducendo l’attivazione del sistema immunitario con produzione di anticorpi neutralizzanti. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata entra nuovamente in contatto con il SARS-CoV-2, gli anticorpi così prodotti bloccheranno le proteine Spike impedendo l’ingresso del virus nelle cellule. La vaccinazione, inoltre, attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere ad ulteriori esposizioni a SARS-CoV-2. Il vaccino, quindi, non contiene né virus vero e proprio, né frammenti del virus, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike. Rappresenta una preview: un’anteprima di quello che potrebbe essere il vero virus. L’mRNA del vaccino, come tutti gli mRNA prodotti dalle cellule, è molto labile, tende a degradarsi prestissimo e non vi è quindi la più lontana possibilità che possa essere trasmesso alle generazioni”.
Per quanto tempo garantisce l’immunità? “La durata della protezione non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi. Il decadimento degli anticorpi generati dal vaccino può essere molto variabile e durare diversi mesi o anni. Ritengo che sia presto per fare una previsione e che occorrono altri dati per una verifica definitiva sull’efficacia nel tempo”.
Quali sono i rischi legati alla somministrazione del vaccino? “La rilevazione di una qualsiasi reazione alla somministrazione del vaccino può essere segnalata al Sistema Italiano di Farmacovigilanza e viene seguita sorvegliando i soggetti vaccinati per un periodo variabile tra i 15 ed i 30 minuti a seconda dell’anamnesi effettuata prima della vaccinazione dal personale sanitario utilizzando una scheda standardizzata. Il ‘Centers for Disease Control and Prevention’ ha recentemente pubblicato i primi dati sulla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 da cui si può dedurre la scarsa rilevanza di eventi avversi seri e la registrazione tra gli eventi più frequenti, quelli in comune ad altre pratiche vaccinali, come dolore a breve termine, da lieve a moderato al sito di iniezione, affaticamento e cefalea, e tra gli effetti indesiderati non comuni, ingrossamento dei linfonodi, senso di malessere, dolore agli arti, insonnia, prurito nel sito di iniezione”.
L’Ateneo è impegnato in qualche studio sul vaccino anticovid? “Attualmente anche il mondo federiciano si sta impegnando nella ricerca di un vaccino efficace tutto italiano. A tale scopo, il gruppo di ricerca di ReiThera è impegnato nello sviluppo di un vaccino basato su una tecnologia innovativa che utilizza Adenovirus di primati (Non human Great Apes Adenovirus – GrAd) già precedentemente impiegata presso il centro di eccellenza CEINGE – Biotecnologie Avanzate per la generazione di vaccini contro l’Ebola, la Malaria, l’Epatite C ed il virus respiratorio sinciziale. Si tratta di virus innocui per l’uomo e ‘depotenziati’ con tecniche di ingegneria genetica utilizzati per trasportare l’informazione genetica per la produzione di proteine di altri virus patogeni per l’uomo, come nel caso del virus SARS-Cov-2”.
 
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