Vite da aspiranti infermieri

Napoli, Pozzuoli, Sant’Agata de Goti. C’è un fil rouge che unisce i tre luoghi della Campania appena citati. È l’esperienza di tre aspiranti infermieri impegnati, tra lezioni frontali e tirocinio in reparto ospedaliero, in altrettanti poli didattici della Federico II. In provincia di Benevento studia Antonio Fabrizio, trent’anni, giunto quasi a conclusione di un cammino accademico vissuto tra aule e corridoi dell’ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. L’inizio, per lui, è stato in salita, perché “la sede aveva appena accolto il Corso di Infermieristica, quindi non era sufficientemente attrezzata”. Eppure Antonio non difettava di esperienza, visto che a quei tempi vantava già una Laurea Triennale in Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica conseguita alla Seconda Università. Titolo che con sé ha portato un problema: la convalida degli esami. “Sono al terzo anno e ancora molti esami superati alla SUN non mi sono stati riconosciuti, pur avendo stesso codice, nome e numero di crediti. Ho chiesto informazioni una decina di volte, ma inutilmente, perché oltre al certificato storico è necessario il programma d’esame di ogni singola materia. Non so dove reperirli tutti”. In attesa di ricevere notizie in merito, si è rimboccato le maniche per arrivare per la seconda volta alla corona d’alloro: “tra lezioni e studio non c’è tempo di far altro. Siamo impegnati dalle 8 alle 17. La difficoltà non sta tanto nel carico di studio, che non è eccessivo, ma è la suddivisione di ogni esame in più moduli e materie che rende ostico ricordare tutto”. Sul tirocinio: “la maggior parte degli infermieri non ha la concezione di cosa sia lo studio universitario. All’inizio, trovandosi in una piccola realtà, erano titubanti nei nostri confronti. Poi hanno visto che siamo capaci e disposti a fare tutto, quindi ci hanno dato fiducia. Ho imparato molto guardando”. Adesso restano cinque gli esami da superare. Nel frattempo, sta già lavorando a una…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 3/2016)
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