Gli occhi sul Policlinico: le foto in camice bianco di Gaetano Giampaglia

I primi scatti risalgono al Liceo, per un progetto che ha coinvolto tecnici della RAI. Davanti all’obiettivo di un ragazzino alle prime armi c’era Pompei. Gli scatti d’esordio ancora sopravvivono nelle brochure. Il panorama in Calabria è la foto d’oro appesa in camera. Il Policlinico tra i set più fotografati, in aula, agli amici di corso e in reparto, a Chirurgia pediatrica. Suo anche lo scatto di fine corso al sesto anno. In quell’occasione è servito l’autoscatto, perché davanti all’obiettivo doveva esserci anche lui. La fotografia è la compagna di viaggio di Gaetano Giampaglia, un  appassionato autodidatta dal naso rosso clown indossato per far sorridere i bimbi del reparto che frequenta da studente di Medicina e Chirurgia. Durante gli anni da universitario, la fotografia è stata l’aiuto per allenare la memoria, “soprattutto per studiare Anatomia”, l’alleata per guadagnare qualche risparmio lavorando a battesimi, comunioni e feste private, la partner con cui girare l’Europa in lungo e in largo. A proposito, nel curriculum del girovago c’è anche un attentato scampato per un’ora, a Istanbul. Mamma Giampaglia lo ricorderà sicuramente: “mi telefonò piangendo, non capivo cosa era successo”. La laurea è a pochi passi, ma non dice esattamente quando, “scusami, so’ scaramantico”. Il post laurea? “Riprendere tutti i progetti fotografici lasciati in sospeso”. Con l’unica macchina fotografica possibile: “sempre e solo Canon”…
 
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 15 giugno (n. 10/2019)
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