Il rapporto annuale della Federico II

Una città di medie dimensioni. Può essere considerata tale perché ne ha i numeri. La popolano più di 80 mila ‘abitanti’. La maggioranza, ovviamente, è costituita da studenti (76 mila 575), seguono i docenti incardinati (2.063) con quelli in attesa di emanciparsi dalla precarietà (i ricercatori a tempo determinato junior e senior, rispettivamente 329 e 118) e le unità del personale tecnico-amministrativo (2.426). Consistente anche la pattuglia di figure che, a vario titolo, ha rapporti con l’Ateneo laico e statale più antico del mondo: assegnisti (261), dottorandi (982), specializzandi medici (1.413), docenti a contratto (876) e operai agricoli (52). È l’autoritratto – il selfie, per gli amanti dei social – dell’Università Federico che ritrae la situazione dell’anno accademico conclusosi a marzo: non solo le persone ma anche la ricerca, la didattica, la gestione delle risorse, gli scambi con l’estero, il dialogo con il territorio – la cosiddetta terza missione. Nel Rapporto, che si articola in nove punti e un centinaio di pagine, anche proiezioni per il futuro dell’Ateneo guidato dal Rettore e Presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori Italiani) Gaetano Manfredi.
 
LE PERSONE. Gli studenti federiciani: c’è un calo, rispetto agli anni precedenti, degli iscritti. Il trend delle immatricolazioni, però, è positivo: un 5,06 per cento in più nell’anno accademico in corso (2017-18). Il 63% degli studenti è in regola e l’Ateneo è sempre più rosa (la quota delle studentesse è del 55%). Gli immatricolati sono campani per il 96% e provengono per la maggior parte dai licei (il 72,5%). In un anno poco più di 6.400 quanti hanno concluso il percorso triennale, più di 2 mila quelli che…
 
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 20 aprile (n. 6/2018)
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