Debutto per il Collettivo Teatrale Universitario

La Festa dell’Europa ha rappresentato il suo debutto, il passaggio da un’idea a una rappresentazione nel giorno in cui si rinnova una dichiarazione significativa sulla pace e l’unità tra gli Stati Europei e si lancia l’ostica sfida delle migrazioni. Il 9 maggio 2016 è la data che ha segnato la prima volta del Collettivo Teatrale Universitario del Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet di Caserta, nato per volontà del prof. Aldo Amirante, ricercatore in Diritto Internazionale che ha coinvolto gli studenti in un progetto di laboratorio teatrale che andasse ad affiancare, attraverso lo specifico linguaggio e il suo potere comunicativo, il dibattito sul Giorno Europeo alla luce delle ultime ed incontrollate ondate migratorie che sconvolgono piani, ideologie, convenzioni e trattati giuridici finora concepiti dall’UE. Gli attori sono ragazze e ragazzi che frequentano la Triennale in Scienze del Turismo, alcuni già a proprio agio nelle vesti di interpreti, con un background ricco di esperienze nel settore, altri alla loro prima esperienza teatrale, inseriti nel gruppo per curiosità e desiderio di mettersi alla prova. Il gruppo teatrale del Jean Monnet, diretto da Laura Lillo, studentessa di Scienze del Turismo alla sua terza prova da regista, è andato in scena con un testo di Patrizio Ranieri Ciu, dal titolo ‘II Clandestino’. “È una sfida che ho colto con entusiasmo – dice la regista – di solito sono dall’altra parte del palco, faccio parte della compagnia teatrale casertana ‘Fabbrica Wojitila’ in qualità di attrice, ma questa volta ho accettato di dirigere, su proposta del prof. Amirante, un gruppo di ragazzi, alcuni dei quali si sono avvicinati solo adesso al teatro”. Il Clandestino ti catapulta negli abiti consumati, nelle macerie dell’anima e negli occhi umidi dei profughi, cambia la prospettiva con la quale guardi il mondo e il mare davanti a te. “È un messaggio abbastanza forte che ci coinvolge emotivamente – spiega Anna Ostripate – il disagio di disperati che, dopo aver viaggiato pericolosamente su di un gommone, arrivano sulla nostra terra ferma e non trovano magari nemmeno una porta aperta”. “Con questo testo vogliamo comunicare nel nostro piccolo il punto di vista del clandestino nel momento in cui arriva in terra straniera e trova ostilità da parte dei locali – aggiunge Anna – Possiamo solo immaginare e trasmettere cosa provano perché noi, per nostra fortuna, non abbiamo mai vissuto questo incubo”. Nel gruppo confluiscono personalità diverse, con sogni ed interessi diversi, c’è chi pratica l’arte teatrale e coltiva questa passione con costanza e dedizione. “È stata una cosa quasi improvvisata – racconta Simona Barbarulo che fa teatro da circa sette anni nelle fila della compagnia La Mansarda – Il Teatro dell’Orco di Roberta Sandias e Maurizio Azzurro – in poco tempo siamo stati in grado di…
 
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