Finestre sulla diversità a Psicologia

Educazione intellettuale alla diversità umana attraverso una concreta sinergia di studi e ricerche nel vasto campo delle scienze umane. Parte da questo desiderio accademico, espresso dalla prof.ssa Fulvia D’Aloisio, associato di Antropologia culturale e Antropologia delle società complesse al Dipartimento di Psicologia, il nuovo ciclo di seminari di Antropologia Culturale che ha preso il via il 21 aprile nella sede di viale Lincoln a Caserta. Sono aperture di ricerca, vere e proprie “Finestre sulla diversità”, come indica il titolo della mini rassegna che ha in cartellone tre incontri di cui gli ultimi due nel mese di maggio. Crisi economica e culturale, disuguaglianze societarie, cultura delle nascite, famiglie di fatto e nuove formazioni sociali, temi molto attuali e nevralgici quelli toccati ed affrontati dai tre studiosi ed autori invitati al banchetto del sapere e della conoscenza a cui hanno partecipato e parteciperanno non solo antropologi ma anche psicologi, psicoanalisti e pedagogisti. “Anche nei percorsi accademici stiamo cercando di unire il più possibile le discipline delle scienze umane, psico-anime di un’unica grande materia che analizza l’essere umano e la sua complessità”, spiega la docente che ha invitato non solo i suoi studenti a prendere parte ai seminari ma anche tutti coloro che si interessano, pure solo per curiosità, degli argomenti sociali, antropologici, psicologici e pedagogici mano a mano sviscerati in tavole rotonde aperte al territorio. È la crisi della contemporaneità e della società che la sta attraversando, intesa come crisi di presenza e coscienza da un punto di vista sia economico che culturale, al centro del dibattito con Amalia Signorelli. Allieva di Ernesto De Martino, il più grande antropologo italiano del ventesimo secolo, l’antropologa romana, conosciuta dal grande pubblico come opinionista in molte trasmissioni televisive di attualità ed informazione e penna de ‘Il Fatto Quotidiano’, si è occupata, nel corso dei suoi studi, dei processi di modernizzazione e del cambiamento culturale nell’Italia meridionale, di migrazioni, di clientelismo, della condizione femminile, delle trasformazioni e delle culture urbane. L’ultima pubblicazione, datata 2015, dal titolo ‘Ernesto De Martino: teoria antropologica e metodologia della ricerca’, è stata l’input dal quale ha preso forma e contenuto il seminario. Si è discusso, assieme a Paolo Cotrufo, Daniela Cantone, Riccardo Galliani e Carmela Guerriera, sulla crisi della presenza, il più complesso e significativo dei costrutti concettuali demartiniani per chiarire il concetto di spaesamento, la perdita di punti di riferimento domestici da parte dell’uomo. Caratterizza quelle condizioni in cui l’individuo, in situazioni storiche di particolare emotività, sperimenta un’incertezza, una crisi radicale del suo essere storico, della ‘possibilità di esserci in una storia umana’ in quel momento, scoprendosi impotente ed incapace di agire e rendere determinante…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 6/2016)
o in versione digitale all'indirizzo: https://www.ateneapoli.it/archivio-giornale/ateneapoli
 
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