Le canzoni sono poesia?

“Sole sono le parole, ma se vanno scritte tutto può cambiare”. A guardare la locandina affissa nell’Aulario di Santa Maria Capua Vetere, persino le parole di “Grande Amore”, quest’anno prima al Festival di Sanremo, sembrano avere qualcosa da dire in occasione dell’incontro di studio annunciato. “L’italiano in musica. Dal melodramma a Sanremo”: il titolo dell’evento organizzato dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali per il 27 febbraio mette subito in chiaro che innanzitutto si parla di lingua, ma per una volta lo si fa analizzandola storicamente nel suo rapporto con la musica. Opera lirica e canzone, dunque, e a guardare la massa di studenti accorsi alla giornata viene il dubbio che la seconda abbia avuto un ruolo maggiore della prima come fonte di richiamo. Ma questo è ancora un pensare ingenuo, perché dopo aver introdotto i lavori è lo stesso prof. Domenico Proietti, docente di Linguistica Italiana, organizzatore della giornata, a insinuare il dubbio che quella non fosse la folla dell’Ariston, quanto la massa in cerca di crediti formativi. Un po’ di ironia e di autoironia, forse perché tutto sommato quando si parla di canzonette ci si può permettere di respirare un po’, fuori dai monumentali manuali di letteratura italiana. Ma la domanda ricorrente è sempre una: c’è differenza? La letteratura è qualcosa di superiore? Le canzoni sono poesia? A questi interrogativi di solito l’Accademia ha sempre risposto con sufficienza: “Nella mentalità di chi ha stroncato la canzone c’è l’idea che la poesia sia il testo scritto e basta – dice il prof. Angelo Cardillo, dell’Università di Salerno – Ricordo ad un convegno internazionale di italianisti, io parlai delle traduzioni italiane di Imagine e c’era Maria Luisa Spaziani che mi segò le gambe: ‘Ma lei come osa parlare di queste cose in un contesto come questo?’. Evidentemente non conosceva l’intervista in cui Caproni dice di essere arrivato alla poesia attraverso la canzone. Caproni cominciò a scrivere all’oratorio, e all’inizio scriveva parole per musica sacra”. Cardillo esprime dunque quello che gli studi di settore hanno stabilito da anni. La poesia e la canzone possono avere dei rapporti, ma sono due cose diverse; e chiedersi se le canzoni possano essere considerate poesie significa farsi una domanda formalmente sbagliata: “La canzone, per citare un’immagine di Vecchioni, non è altro che un cappuccino. Nel momento in cui si mescola il latte con il caffè, il cappuccino diventa tutt’uno e i due elementi non sono più scindibili”. La musica come elemento fondamentale insomma, importante almeno al 50 per cento. Ma, dopo aver stabilito le dovute differenze, negare gli stretti rapporti tra…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 4/2015)
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