Nicoletti unico candidato: “Siamo parte della stessa squadra, sarò il Rettore di tutti”

“Il nemico non è l’astensionismo come scelta consapevole di non andare alle urne, perché c’è consenso sul mio nome. La mia candidatura è sostenuta da tutto l’Ateneo. Piuttosto, temo che possa esserci un calo di affluenza legato al periodo del voto. Si andrà alle urne il 21, 22 e 23 luglio, quando magari alcuni saranno già in vacanza o nelle proprie località di residenza, se non napoletani, per cercare un po’ di riposo e di ristoro dopo i mesi complicati e difficili che tutti abbiamo vissuto. Staremo a vedere. In ogni caso saranno elezioni che si svolgeranno in un contesto di serenità”. Il prof. Gianfranco Nicoletti, Ordinario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva a Medicina ed unico candidato, fa il punto con Ateneapoli a pochi giorni dal voto per eleggere il nuovo Rettore dell’Università Vanvitelli, che subentrerà al prof. Giuseppe Paolisso, reduce da due mandati e non più candidabile.
Si voterà in Ateneo e non per via telematica. Condivide la scelta del decano, il prof. Raffaele Martone?
“Il decano ha operato questa scelta in condivisione con il Rettore. Io non ho inteso interloquire con lui per una questione di rispetto dei ruoli e della autonomia di ciascun ruolo. Ho atteso che adottasse le determinazioni che ha ritenuto fossero più opportune. Ora che ha deciso, posso dire la mia.  Credo che il prof. Martone abbia operato una scelta opportuna per dare il senso della presenza in un momento importante della vita accademica, quale è sempre l’elezione del Rettore”. 
Quanti sono i votanti?
“A memoria sono 1.052 persone. Considerato il periodo, sarebbe un risultato ottimo se si presentasse alle urne il settanta per cento degli aventi diritto. Quale che sia la percentuale, però, ripeto che il clima è molto sereno, anche grazie all’attuale guida, quella del Rettore Paolisso, che è riuscito a creare una squadra unita e le condizioni affinché la vita accademica potesse proseguire normalmente anche in un contesto complicato come è stato quello della emergenza sanitaria. L’Ateneo Vanvitelli vive una fase di grande affiatamento che coinvolge l’intero corpo accademico: docenti, tecnici amministrativi e studenti”. 
La Vanvitelli ha sempre avuto come Rettori docenti di Medicina. Lei perpetuerà la tradizione. Come si spiega questa costanza negli anni?
“Credo che ci sia una doppia lettura. In primo luogo l’Ateneo, che all’epoca si chiamava Seconda Università degli Studi di Napoli, è nato a costo zero ed a partire dalla Facoltà di Medicina. Inoltre, oggi Medicina rappresenta circa il 43% del personale dell’Ateneo. Questo, naturalmente, non vuol dire che non siano cresciuti altri Dipartimenti e che non rappresentino oggi una parte dell’Ateneo importante come Medicina. Non sono numeri, quelli che ho dato, da leggere in una chiave, diciamo così, muscolare, come rapporti di forza. Tengo molto a chiarire questo aspetto. D’altronde, la circostanza che io sia oggi il candidato di tutti testimonia bene che il rapporto tra Medicina e gli altri Dipartimenti non si gioca in una dimensione di conflittualità. Siamo parte della stessa squadra ed io sarò, ovviamente, il Rettore di tutti. Proprio come il prof. Paolisso, con il quale ho tuttora l’onore di lavorare in qualità di ProRettore vicario”.
Come sta vivendo le settimane che precedono il voto?
“Con emozione e con gioia, che sempre accompagnano il raggiungimento di un obiettivo. C’è anche un velo di tristezza, però, perché cesserà il connubio con l’attuale Rettore, che era molto forte e passava per la condivisione di tutti i percorsi. È stata una guida straordinaria. Senza tema di smentite, il migliore Rettore che abbia mai avuto l’Ateneo”.
Quando si insedierà?
“Il 1° novembre”.
Quali saranno i suoi primi passi da Rettore?
“Cercherò di lavorare sugli obiettivi in un confronto sempre serrato con i colleghi della comunità accademica e con il coinvolgimento degli studenti”.
 
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