Un aiuto per 30 studenti in difficoltà

Un totale di 45000 euro per studenti in difficoltà economica, psichica o fisica. È l’importante gesto che la Fondazione Intesa Sanpaolo ha voluto operare nei confronti di chi, nonostante tutti gli ostacoli, continua a credere nell’università e nella propria formazione alla SUN. “Ringrazio pubblicamente  la Fondazione Intesa Sanpaolo per aver voluto dare questo contributo importante alla Seconda Università”, ha detto, nell’aprire la cerimonia di consegna delle borse di studio l’11 maggio, il Rettore Giuseppe Paolisso, che ha rivendicato l’importanza del cammino universitario nel percorso di vita di ognuno, per quanto esso possa essere aspro. La parola è passata al Presidente della Fondazione Pietro De Sarlo, che ha voluto raccontare gli impegni per il sociale della struttura nata nel 2008 dal volere della banca omonima: “Il primo impegno è nei confronti dei colleghi che si possono trovare in difficoltà nel loro nucleo familiare. Spesso le cause sono il vizio del gioco, le separazioni, malattie. E poi cerchiamo di fare la stessa cosa in collaborazione con le università italiane. Abbiamo distribuito in totale un milione e duecentomila euro in borse di studio, e attualmente abbiamo accordi con 32 Atenei in tutto il territorio nazionale. Con queste borse di studio non guardiamo il merito, se non per accertarci della serietà degli studenti; non lo guardiamo perché pensiamo che in situazioni difficili il merito sia sempre qualcosa di difficile da raggiungere. Non lasciatevi scoraggiare dai telegiornali, dalle difficoltà nell’occupazione, e pensate solamente a costruire il vostro futuro”. Ai trenta vincitori è stata infine consegnata una carta superflash con il logo della Fondazione, sulla quale verrà accreditata, grazie al lavoro della filiale casertana del Banco di Napoli in via Bosco, la somma assegnata.
Una “piacevole sorpresa”, come dice Ivan, studente del terzo anno di Architettura ad Aversa: “Non me l’aspettavo, perché è la prima volta che alla SUN si fa una cosa del genere. Adesso questi soldi andranno da parte, per farli uscire poi al momento giusto investendo nella formazione: magari con un corso di inglese”. Che sia un disagio familiare o una malattia da affrontare, quel che accomuna questi trenta ragazzi è…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 8/2015)
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