L’Università che non si ferma nel racconto dei docenti

In seguito agli ultimi provvedimenti adottati dal Governo nella sera del 9 marzo, per restringere ogni possibilità di contagio e diffusione del virus e adeguandosi tempestivamente alle direttive ufficiali, L’Orientale ha sospeso tutte le attività in presenza. Un momento di reale emergenza quello attuale in cui peraltro “la chiusura dell’Ateneo ci ha colto in un periodo dell’anno accademico in cui si sovrappongono esami di profitto, esami di laurea e inizio del semestre, il che crea una situazione particolarmente complessa”, spiega la prof.ssa Michela Venditti, docente di Letteratura Russa e Coordinatrice del Corso di Laurea Triennale in Lingue e Culture Comparate. Erano, infatti, partiti nella data del 2 marzo i nuovi corsi. “Questo ha permesso alla maggior parte dei docenti di incontrare gli studenti nelle prime due-tre lezioni, di stabilire un contatto personale – spiega il prof. Gian Pietro Basello, docente di Elamico e Storia dell’Iran antico – È stato quindi naturale, da una parte, mettersi subito in contatto con gli studenti per sentire com’è la situazione nelle loro realtà familiari e cittadine e mantenere vivo un rapporto in un momento di disorientamento, e dall’altra attivarsi a livello di corpo docente e di Ateneo per migrare in linea, così da garantire il più possibile la continuità didattica”. L’interruzione delle attività in presenza ha reso dunque necessaria la riprogrammazione del calendario per ciascuno degli insegnamenti e seminari previsti. Tuttavia, malgrado le circostanze avverse, “l’Università non si ferma, ma rimane un luogo di incontro e di scambio anche virtuale”, afferma la prof.ssa Maria Rosaria Marchionibus, docente di Storia dell’Arte Medievale. Già a partire dal 10 marzo i docenti hanno iniziato a comunicare sulle rispettive bacheche avvisi sull’attivazione di aule virtuali per seguire i corsi in programma anche se a distanza. “L’Orientale, come altre Università, utilizza da tempo la piattaforma Moodle presso il CLAOR, l’aula virtuale dove inserire il materiale per le lezioni, che dispone anche di un forum per la discussione”, illustra la prof.ssa Venditti. L’e-learning “certo non sostituisce le lezioni fisiche ma consente agli studenti di restare aggiornati e interloquire col docente”. In pochissimi giorni, diverse cattedre hanno infatti provveduto così a integrare cospicuamente materiali didattici on-line di ogni tipo (esercizi per il ripasso della grammatica, testi da leggere e tradurre, audio esplicativi), implementando la piattaforma di e-learning. “La nostra è un’Università piccola ma abbastanza coesa”, commenta il prof. Guido Cappelli, docente di Letteratura Italiana. Pertanto, “fin dal primo momento siamo stati informati della situazione e dei successivi passi compiuti per far fronte all’emergenza”. Passaggi che si sono verificati con estrema rapidità. In particolare, “da giovedì 5 gli eventi sono precipitati e molti di noi hanno preso coscienza del fatto che bisognava organizzarsi in fretta e furia”. Lo sconcerto e il disorientamento hanno colpito in modo particolare gli studenti del primo anno, neoimmatricolati e ancora poco pratici dei meccanismi della vita universitaria. Impossibilitati a svolgere il ricevimento di persona, tutti i docenti hanno riorganizzato i colloqui in via telematica. “Questa settimana ho fatto ricevimento in uno ‘studio virtuale’ di cui, per entrare, è sufficientemente conoscere l’indirizzo URL. Il docente può ‘arredare’ lo studio con presentazioni, immagini e documenti da mostrare al bisogno in modo interattivo e lasciarli poi a disposizione”, interviene di nuovo il prof. Basello. Le sperimentazioni in remoto, dunque, stanno funzionando molto bene e danno la misura degli sforzi profusi dall’Ateneo tutto per assicurare agli studenti strategie d’intervento puntuali (anche nei servizi: il personale tecnico-amministrativo della Segreteria e del SOS, nonché quello bibliotecario, supporteranno on-line l’utenza fino al 3 aprile) e la massima cura per la platea studentesca che ha bisogno di essere rassicurata. “Da subito, sono stata convinta della necessità di non far sentire i ragazzi abbandonati e di fornire loro gli strumenti per tenersi lo stesso in contatto con me come e più di prima – ribadisce anche la prof.ssa Maria Luisa Paternicò, docente di Lingua Cinese – Ho letto, ad esempio, che alcuni studenti hanno chiesto la sospensione del pagamento delle tasse universitarie e me ne dispiaccio perché noi docenti stiamo lavorando il triplo per adattare la nostra didattica alla modalità telematica”. Il proseguimento delle carriere, anche se con una lieve battuta d’arresto (che implicherà poi il recupero delle lezioni perdute nella prima settimana dei corsi), inoltre, è assicurato dalle future direttive adottate per cautelare gli esaminandi di febbraio e della sessione straordinaria di marzo. Gli esami, è certo, si terranno anch’essi a distanza e sarà garantita l’assoluta priorità ai laureandi di aprile. Su questo punto si attende, però, una procedura ufficiale che l’Ateneo sta provvedendo proprio in questi giorni a formalizzare. Occorrerà poi reintegrare le sedute di laurea, i tirocini e i part-time sospesi, così come fornire un’assistenza maggiore agli studenti che si trovano al momento in Erasmus nei Paesi dell’UE, ai quali spetta il diritto di interrompere la mobilità – come da bando – per cause di forza maggiore. La comunicazione all’interno della comunità universitaria resta tra i nodi centrali da monitorare più accuratamente. “Sarebbe utile avere informazioni e direttive unitarie da parte dell’Ateneo per evitare una situazione di confusione che disorienta sia noi che gli studenti”, le parole della prof.ssa Gloria Gagliardi, docente di Traduttologia Generale. Tuttavia, ferma restando la necessità di mantenere alto il livello del dialogo, emerge “anche il bisogno per tutti di non essere sovraccaricati in un momento di eccezionalità”, riprende Basello. Tenersi occupati, utilizzare il tempo in maniera utile e svolgere regolarmente le attività senza cadere nel panico per il rallentamento dei percorsi didattici riscoprendo, se si può e come la stampa nazionale consiglia, il piacere di leggere libri che raccontano l’epidemia, quali il Decameron e i Promessi sposi. “Da Omero in poi, le opere letterarie parlano certamente di noi”, aggiunge il prof. Cappelli. Non a caso, “insieme al prof. Carlo Vecce e a tutta la cattedra di Letteratura italiana de L’Orientale, l’anno scorso presentammo un progetto che si chiamava appunto ‘Contagi: Letteratura e malattia’, un PRIN che non fu ammesso per un solo punto! Sarebbe interessante – conclude – ora vedere che ne pensano i luminari che lo bocciarono con motivazioni quanto meno peregrine”. Interessante a riguardo il punto di vista della prof.ssa Paola Paderni, docente di Storia e Istituzioni della Cina Contemporanea, a proposito degli eventi in Cina: “un Paese in ascesa che influenza ormai prepotentemente e sotto ogni punto di vista la vita negli altri continenti. Oggetto di terrore ma anche di ammirazione per certi versi, sulla Cina le informazioni che circolano dicono tutto e anche il contrario. Il mio timore è che quest’occasione possa inasprire ciò verso cui noi docenti de L’Orientale tendiamo ogni giorno: la conoscenza dell’altro. Ho letto ai miei studenti in video le parole di un riformista cinese di fine Ottocento, il quale scriveva che nessuna persona intelligente diffamerebbe gli stranieri e che anzi è necessario guardare all’Occidente, aprirsi alla sua cultura ed emularne i modelli. Leggendo anche la stampa straniera, ho constatato la profonda attualità di queste parole del passato ma intimamente connesse col mondo di oggi. Sarà utile a posteriori capire quale narrazione ne hanno tratto i singoli Paesi coinvolti”.
 
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