“L’Orientale che vorrei”

A breve L’Orientale andrà alle urne per il Rettore. Alcuni studenti intervistati hanno manifestato la volontà di esprimere proposte utili e spunti di rinnovamento per un Ateneo che possa rispondere fattivamente alle esigenze di chi lo frequenta ogni giorno. Nell’insieme dei settori su cui occorre intervenire al più presto, al primo posto nel resoconto degli studenti emergono le criticità strutturali. “Le aule sono umide, il riscaldamento è pressoché assente, lo si avverte soprattutto nelle aule sotterranee, come Mura Greche. Abbiamo già segnalato il problema ai docenti nel mese di dicembre. Vorremmo, inoltre, a fronte dei lavori realizzati a Palazzo Corigliano pochi anni fa, che anche per la sede di via Duomo fosse predisposta una manutenzione più accurata delle aule e degli spazi esterni, visto il tragico incidente di qualche mese fa dovuto al crollo di calcinacci in un edificio a pochi passi dall’Università”. A partire dall’inizio di quest’anno accademico, “abbiamo raggiunto traguardi importanti sul fronte della sostenibilità ambientale con le campagne plastic free che hanno comportato la rimozione dei distributori, tra cui le macchinette al terzo piano di Duomo. Ci piacerebbe, perciò, costruire un dialogo con gli organi di governo su fronti altrettanto significativi. Uno tra questi: garantire il libero accesso alle persone disabili in questa struttura”. A parlare è Maria Simonetti, iscritta al secondo anno di Mediazione Linguistica e Culturale. “In alcune aule a Giusso, invece, mancano le ribaltine alla metà dei posti, nella Matteo Ripa ad esempio. Il fortunato che riesce a sedersi è costretto comunque a prendere appunti con difficoltà”. E, in ultimo, “ma vale sempre la pena ripeterlo: abbiamo troppe poche aule, se rapportate al numero di studenti iscritti e corsi offerti”, continua Alessia Signoriello di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. “In corsi molto affollati, come Linguistica generale o Inglese I, gli studenti si siedono sul pavimento o nei corridoi dell’aula. A questo punto, si potrebbe pensare a un provvedimento temporaneo mettendo a disposizione panche o sedie pieghevoli per usufruirne all’occorrenza”, la proposta di una studentessa di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. La priorità dei mesi a venire resta, in ogni caso…
 
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 7 febbraio (n. 2/2020)
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