Flavia Aiello, docente di Lingua e Letteratura Swahili, racconta il fascino e la bellezza di una lingua africana

“La passione per lo swahili è nata molto tempo fa per varie ragioni personali e culturali”, rivela la prof.ssa Flavia Aiello, docente di Lingua e Letteratura Swahili presso l’Ateneo che l’ha vista prima studentessa, in seguito ricercatrice e docente. “Innanzitutto, personali poiché già quando ero piccola per motivi di viaggio sono entrata in contatto con il mondo africano. Culturali, perché ho cominciato la mia carriera universitaria studiando lingue europee, tedesco in particolare, e passo dopo passo ho voluto allargare i miei orizzonti ritornando a quell’interesse primario che giaceva nel mio inconscio”. Del percorso di formazione intrapreso a L’Orientale “conservo ricordi meravigliosi. Ai corsi di Swahili eravamo un gruppo molto ridotto e ci conoscevamo benissimo. Come una famiglia condividevamo tutto, quindi l’Università è stata un’esperienza totalizzante. Altri ricordi sono legati ai miei viaggi: ho girato molte città in Tanzania e sono stata per un lungo periodo a fare ricerca a Zanzibar per la tesi di dottorato. Lì ho lavorato sul ‘taraab’ – ossia un genere di poesia cantata, tipico della costa swahili, al cui interno sono mescolati elementi arabo-islamici, indiani e influenze occidentali – in contatto continuo con musicisti e artisti, tra interviste e concerti”. Dunque, un altro canale che ha rinvigorito l’amore per la cultura swahili “è stata la passione per la musica cosiddetta ‘etnica’ e anche africana, come, ad esempio, Miriam Makeba e tanti altri autori che mi hanno trasmesso il fascino della bellezza e della sonorità di questa lingua”. Una lingua che costituisce un punto di eccellenza nel curriculum, “vantaggiosa per studenti che intendano lavorare in Africa orientale nel campo della cooperazione, delle relazioni internazionali, della diplomazia, nelle organizzazioni non governative, oltre a coloro che hanno interessi nel campo umanistico, linguistico e letterario. Studiare lingue extraeuropee allarga lo sguardo al di fuori delle mura ormai fortificate dell’Europa: è un arricchimento personale e culturale che, però, può diventare in aggiunta una risorsa da valorizzare nel mercato del lavoro”. I frequentanti dei corsi di Swahili “non sono moltissimi, in media una cinquantina all’anno, in maggioranza…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 1/2016)
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