Laboratori e seminari, tante opportunità di approfondimento per gli studenti

L’Orientale ogni anno amplia il proprio ventaglio formativo proponendo agli studenti un calendario molto assortito di laboratori e seminari di approfondimento. Lasciare agli studenti la possibilità di personalizzare il piano didattico, assecondando gli interessi personali, è una delle caratteristiche che richiamano l’attenzione verso l’Ateneo, merito anche dei crediti liberi associati alle Altre Attività: corsi intensivi che permettono di orientare la formazione culturale e linguistica verso settori specifici e tematiche attuali. 
Tra le decine di attività proposte, a seconda del Corso di Laurea, ritorna quest’anno il corso di Lingua e Cultura Vietnamita tenuto dalla dottoranda madrelingua Le Thuy Hien e coordinato dalla prof.ssa Antonia Soriente, docente di Lingua e Letteratura Indonesiana. “Stiamo cercando di aprire l’orizzonte degli studi linguistici e culturali verso il sud-est asiatico, già rappresentato a livello istituzionale dall’insegnamento dell’Indonesiano, ma che può sicuramente arricchirsi di altre lingue di quell’area geografica”, racconta la docente, inizialmente scettica sull’erogazione in modalità telematica di un corso di lingua, ma convinta del fatto che la qualità sarà la stessa se i docenti apprenderanno nuovi metodi di insegnamento per sopperire alle criticità dello schermo. “Il laboratorio sembra aver riscosso una buona curiosità fra gli studenti di lingua indonesiana e di Lingue e Letterature Comparate con un interesse verso quella parte di mondo. Un’area attualmente in crescita dal punto di vista della sua influenza geopolitica e degli scambi commerciali. Nelle lezioni cerchiamo di contestualizzare anche culturalmente il Vietnam e le sue relazioni con gli altri Stati, Indonesia su tutti”. Un laboratorio stimolante non soltanto per gli appassionati della lingua, ma anche per chi vede nel proprio futuro una professione orientata sulle relazioni commerciali, politiche e sociali di quell’area. Il corso intensivo inizierà il prossimo 4 novembre e, come tutti gli altri laboratori, si terrà in via telematica. Un’altra iniziativa che vede l’impegno della prof.ssa Soriente è il seminario “Islam e Asia”, iniziato lo scorso 27 ottobre e tenuto dalla visiting professor Chiara Formichi, docente alla Cornell University. Il ciclo di conferenze si sofferma sull’influenza dell’Islam nelle società del sud-est asiatico. L’Indonesia, ricorda la prof.ssa Soriente, è il più grande Paese musulmano al mondo e “l’approccio della Formichi evidenzia come le concettualizzazioni di alcune discipline debbano necessariamente essere più labili, ad esempio quello sulla religione musulmana, che non è tanto il luogo da cui ha avuto origine, ma anche il rapporto con i paesi dove si è diffusa”.  Per chi volesse partecipare agli incontri in presenza, la sala conferenze al secondo piano di Palazzo Corigliano resta disponibile nei giorni dell’evento. È installato un maxischermo dal quale seguire la diretta dagli Stati Uniti.
Altra iniziativa al Dipartimento Asia, Africa, Mediterraneo dove è stato proposto il corso di Lingua Tigrina (Semitico d’Etiopia), organizzato dal prof. Gianfrancesco Lusini, docente di Lingua Amarica, e tenuto dal visiting professor Tesfay Tewolde. “Grazie al riconoscimento di Eccellenza del nostro Dipartimento, abbiamo avuto la possibilità di investire maggiormente in seminari e laboratori, invitando visiting professors a tenere da noi corsi di lingua e conferenze”, sottolinea il prof. Lusini, il quale si sta molto impegnando affinché a L’Orientale l’area africana ritorni ad avere corsi istituzionali e non soltanto laboratori, per settorializzare ancora di più la formazione degli studenti. “Nel nostro Ateneo per decenni era stata insegnata la lingua tigrina, e noi abbiamo voluto riproporla. Si tratta di una lingua attuale, usata come lingua ufficiale – quindi per la comunicazione, il lavoro e l’educazione – in Eritrea e parlata da circa sei milioni di persone in Etiopia. In questo senso, va messa sullo stesso piano dell’arabo moderno, lingua semitica per eccellenza oggi, o dell’ebraico moderno. Studiarla è un modo per entrare in contatto con una lingua e cultura nuova per chi si dedica allo studio del semitico, ma è d’interesse anche per chi vuole approcciare agli aspetti politico-sociali dell’Africa contemporanea”. Seguire il corso non prevede nessuna conoscenza pregressa. Si parte da zero e la formazione vuole essere accessibile a tutti gli interessati, di qualsiasi Corso di Studi. L’insegnamento linguistico sarà arricchito da concetti di cultura sulle tradizioni locali, anche attraverso materiali multimediali. Il corso avrà avvio il 17 novembre e sono ancora aperte le iscrizioni. 
È indirizzato agli studenti della Magistrale in Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa il seminario “Social media & e-commerce in China”. Un evento voluto e organizzato dall’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – e dal Consolato italiano di Canton. Referente per l’Università è la prof.ssa Paola Paderni, docente di Politica e istituzioni della Cina contemporanea e di Storia e istituzioni della Cina contemporanea. “Lì la digitalizzazione è molto avanzata, sono cambiate molte cose con un ritmo accelerato. Abbiamo tarato questo progetto sulle nostre esigenze per una formazione e una professionalità specifiche, con esperti che lavorano in Cina o con la Cina nel campo dell’e-commerce”. La risposta da parte degli studenti è stata positiva, ma per assicurare una fruizione senza difficoltà è stato deciso di non superare le cinquanta persone.  Rispetto ad altri seminari le ore da seguire sono 30 e non 12, ma i crediti che si possono ottenere sono quattro. Il seminario si svolge per la maggior parte in italiano, con alcune lezioni in lingua inglese (dipende dal relatore della giornata).
Un altro laboratorio molto attuale è quello organizzato dalla prof.ssa Viola Carofalo, dal titolo “Stigma, pregiudizio, esclusione”. Il corso, che inizierà l’11 novembre, nasce dalla volontà di affrontare con ragionamento e senso critico tematiche che spesso emergono nella quotidianità. “Vogliamo mettere gli studenti a lavoro su temi quali la differenza, l’inclusività e i meccanismi alla base del razzismo, ispirando riflessioni filosofiche che possono servire alle relazioni con l’altro, anche nel quotidiano”, spiega la prof.ssa Carofalo, docente di Etica della comunicazione interculturale. Per il suo carattere, il laboratorio si indirizza principalmente agli iscritti del Corso in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, ma sono già un centinaio gli studenti coinvolti. “Si compone di tre incontri da quattro ore ciascuno: una parte della lezione sarà dedicata alla spiegazione di alcuni concetti fondamentali, un’altra coinvolge attivamente i ragazzi che, divisi in piccoli gruppi, dovranno confrontarsi tra di loro e ragionare, formare una propria opinione”. Il tutto sarà correlato anche dalla visione di spezzoni di film o video.
 
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