Olandese, una lingua in ascesa

“Il mio interesse per l’olandese è nato da una combinazione ‘fatale’ tra l’amore per una cultura diversa e il desiderio di sfida”, rivela il prof. Franco Paris, docente di Lingua e Letteratura Olandese presso L’Orientale. “Provenivo da studi di italianistica, finché non è sopraggiunto in me l’anelito di perlustrare altre aree con l’obiettivo di accedere a nuove prospettive linguistiche, letterarie e culturali nonché professionali”, aggiunge. Appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche, la spiccata particolarità dell’olandese è la contiguità con il tedesco e con l’inglese, ma non solo. Può risultare utile anche l’accoppiamento francese-olandese, che “offrirebbe agli studenti l’opportunità proficua di coniugare lo studio di una lingua romanza e una germanica e, inoltre, di soddisfare pienamente la conoscenza linguistica legata all’area geografica compresa tra la Francia e i Paesi Bassi. In particolare, si usa denominare lingua fiamminga la variante dell’olandese diffusa in Belgio”. A tal riguardo, molti in Italia ignorano che “in Belgio il francese non è lingua maggioritaria, poiché il 60% della popolazione parla olandese”, soprattutto nella regione delle Fiandre. Studiare lingue meno diffuse, come l’olandese, ha due vantaggi: “è stimolante e aumenta considerevolmente la possibilità oggettiva di un impiego. Anche solo dopo la Triennale, la maggior parte dei miei studenti ha trovato nel giro di un anno e mezzo lavoro nel campo dell’editoria, del turismo, della ristorazione. Consiglio indubbiamente di andare a studiare per un periodo in Olanda e Belgio, almeno per un anno, perché entrambi i paesi hanno una cognizione molto seria dell’istruzione e del lavoro”. In pieno clima di candidature al programma Erasmus+ per il prossimo anno accademico, è necessario sapere che “il livello delle Università olandesi e fiamminghe è altissimo. Di recente, una notizia interessante, proveniente dall’Ateneo di Bologna, ha evidenziato che…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 2/2016)
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