Diritto Processuale Civile, chi vuole può sostenere l’esame in due volte

Si sdoppia l’esame di Diritto Processuale Civile del quinto anno di Giurisprudenza con il prof. Giuseppe Della Pietra. Da novembre è infatti possibile sostenere l’esame da 14 crediti in due volte. Per ogni parte è stato allegato un programma che si trova sul sito del docente. L’esame si prenota normalmente, ma, al momento di sostenerlo, va specificato se si intende conferire sull’intero programma, sulla prima o sulla seconda parte. Si può sostenere la seconda solo se si supera la prima. Se si sbaglia la seconda parte e si prende un buon voto alla prima, si ritenta l’esame solo della seconda. L’importante è che tra le due non trascorra più di un anno, in quel caso si annulla
il risultato della prima parte. Il voto si registra al termine di entrambe. “Originariamente l’esame di Processuale era scisso, da tre-quattro anni il programma è stato accorpato. In molti lo superano tranquillamente intero, ma altri, soprattutto studenti- lavoratori, hanno chiesto sia in seduta d’esame, che privatamente, tramite colloqui o mail, di dividerlo. Li ho accontentati”, spiega il prof. Della Pietra. Il docente fornisce dritte per studiare con più facilità: “il consiglio che mi sento di dare è: studiare con il Codice alla mano e da un solo testo, non importa se quello consigliato o meno; ripetere ad alta voce, confrontandosi con qualche collega, anche via Skype, visto che i collegamenti moderni lo permettono. Quando ripeti da solo, pensi che stai facendo bene, ma magari un collega può correggerti il tiro, se si accorge che qualcosa non va”. Riguardo il calo di iscritti a Giurisprudenza che interessa tutte le Università italiane, il docente commenta: “può essere determinato da vari fattori: c’è chi non sceglie
Giurisprudenza perché ci sono percorsi che danno più certezza di sbocco lavorativo, secondo alcuni, c’è chi non la sceglie perché non va più di moda, c’è chi non si iscrive perché pretende lo studio del fare, ovvero la necessità di saper fare qualcosa dopo la laurea. Giurisprudenza ti insegna a sapere, più che a saper fare. Anche se i tirocini sviluppano capacità pratiche in aggiunta. Il problema è a monte: le Università devono dare gli strumenti per imparare a fare a un livello alto”. E il livello alto di sicuro c’è nell’entusiasmo con cui gli studenti seguono il corso del docente: “mantiene un elevato grado di attenzione. È molto bravo, perciò preferiremmo sostenerlo con lui l’esame, magari noi corsisti, e non con gli assistenti. È anche una soddisfazione personale andar bene con il tuo professore. Non chiediamo di ridurre il programma perché siamo a lezione, solo di sostenere con lui la prova”, afferma Miriam. “Per me è un drago: spiega bene e rende le cose semplici”, sottolinea Francesco Giudice. “È
uno dei pochi che conosce bene la materia. Boccia molto, infatti alcuni dicono che al corso sia simpaticissimo, ma agli esami meno”, aggiunge Anna. “Non sappiamo ancora come si comporterà agli esami, perché il corso è iniziato da tre giorni. Di sicuro è esigente e vuole che si ripeta tutto quello che ha spiegato. Si spende parecchio e vuole che qualcosa gli venga reso. Mi sembra normale”, prosegue Marina. “A mio avviso offre tanto, ma pretende il doppio agli esami, sostiene Alberto. “Il fatto che abbia diviso l’esame in due parti lo trovo molto positivo”, conclude Gabriele.
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