Statistica: “le difficoltà degli studenti sono spesso riconducibili a lacune in Matematica

Il dato, questo sconosciuto? La risposta è affermativa. Nella cultura italiana c’è ancora poca attenzione alla lettura logico-analitica delle informazioni numeriche; preferendo, piuttosto, affidarsi alla vox populi o a quelle notizie che gli algoritmi del web ritengono più pertinenti ai nostri interessi. È proprio il dato statistico invece che, libero da interpretazioni soggettive, aiuta ad avere una visione chiara della realtà ponendosi come strumento di previsione e monitoraggio, oltre che di contrasto alla disinformazione. Questo, il focus del seminario ‘La statistica per la collettività. Il ruolo dei dati nelle attività di prevenzione, decisione e nel monitoraggio civico’, tenutosi giovedì 28 ottobre tramite piattaforma Teams e organizzato dal prof. Giovanni De Luca, ordinario di Statistica Economica, con la partecipazione di sette relatori dell’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica.
Ma in che modo, esattamente, questa disciplina serve la collettività? “La Statistica fornisce informazioni sulla cui base è possibile approfondire e avere un quadro chiaro di quanto ci circonda – spiega – Di fatto, ci aiuta a delineare idee più obiettive, libere dai condizionamenti delle sovrastrutture di pensiero in cui spesso siamo ingabbiati, consentendoci di accedere alla realtà in maniera consapevole”. L’accesso a cui il docente si riferisce è insito proprio nel dato numerico: “I numeri, come detto poc’anzi, esprimono delle informazioni che descrivono una realtà oggettiva. E ci sono tanti casi in cui questi finiscono per contraddire drasticamente il comune sentire”. Qualche esempio può essere tratto proprio dal seminario in cui i relatori hanno messo in relazione la statistica con le scelte professionali e di mobilità dei giovani, con le attività di prevenzione dell’incidentalità stradale e con il monitoraggio civico: tre incidenti su quattro avvengono su strade urbane e solo uno su strade extra-urbane e autostrade. E ancora, contrariamente a quanto si pensa, la prima regione italiana per emigrazione giovanile è la Lombardia e non una del Sud. Può il dato essere fallace? “In questo caso, il problema sarebbe a monte, nel modo in cui viene elaborato, oppure nella fonte che non è attendibile”. Eppure non è così semplice poiché, pur essendo le statistiche sotto gli occhi di tutti, talvolta restano di difficile lettura se non, addirittura, inaccessibili: “Bisogna saperle leggere, e qui subentra la necessità di educare all’acquisizione di determinati strumenti. Non mi riferisco a nulla di particolarmente complesso; piuttosto, alla matematica, alla capacità di effettuare calcoli e percentuali e di rapportare le grandezze”. Un esempio: “Dire che una regione ha più contagi da Covid-19 di un’altra non ha senso se non si rapporta il numero al totale della popolazione”. Un’immagine che può apparire semplice, ma che è ben esplicativa del panorama attuale. Proprio la pandemia ha proiettato il cittadino comune in uno scenario dominato da numeri, grafici, indici, percentuali e terminologie sconosciute e fake news che, da questi dati, ancora vengono liberamente tratte senza che si riesca a smascherarle subito: “Una basilare educazione statistica dovrebbe diffondersi a partire dalla scuola fino all’università, operazione in cui l’ISTAT è attivissima”. Ancora all’Università, però, questa disciplina è temuta e studiata con poco piacere: “In questo senso, le difficoltà degli studenti sono spesso riconducibili a lacune in Matematica. Finché non si imparerà a conoscere e convivere con questa materia, difficilmente si compirà il passo successivo”. In conclusione, azzardando una metafora ispirata all’attualità, è possibile definire il dato statistico come un vaccino che combatte la disinformazione? “L’importante è leggerlo correttamente tenendo conto ad esempio, come sottolineato più volte, se il dato è assoluto o in percentuale e del rapporto ad un totale, oltre che dell’autorevolezza della fonte di provenienza. In caso contrario, rischia di farsi veicolo di disinformazione”.
 
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