Una vetrina sulle start-up allietata da degustazioni e performance di band universitarie

La Scuola Politecnica come non si era mai vista prima, tra arte, innovazione, lavoro, start up e idee di impresa perché la ventata di novità è lo spin-off universitario, un punto di incontro tra il mondo accademico e quello imprenditoriale. L’Open Day, ideato e organizzato dagli studenti Moreno Quintino e Domenico Pianese, è servito proprio a questo, a lanciare un invito e un incoraggiamento: fare impresa con la ricerca. L’evento si è svolto il 10 maggio all’Aulario di Ingegneria di Aversa ed è stata una festa per i ragazzi, dopo anni di silenzio, durante la quale veniva distribuita la melannurca campana Igp, offerto del miele artigianale e altri prodotti tipici del territorio, tra le eccellenze gastronomiche esportate in tutto il mondo, e, sulle note di performance live di band universitarie, proposto un momento di aggregazione e condivisione. “Sono iniziative che mancavano nel nostro Ateneo – hanno detto i due promotori – quelle che si svolgono in ambito accademico ma che poi si allontanano da esso, abbracciando il mondo del lavoro, della gastronomia, dell’invenzione e della musica”. Dello stesso avviso il prof. Alfredo Testa, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base: “è bello incontrarci con gli studenti anche in orari inconsueti per la vita universitaria, al di là delle lezioni, degli esami e degli incontri accademici, magari condividendo una chiacchiera amichevole”. Ha inaugurato così la serata dedicata agli startuper, creativi, giovani imprenditori, nuove figure professionali nate nel mondo delle piccole aziende, alcune sorte all’interno dell’università e in contesti non proprio favorevoli. “Ed è confortante constatare che a dispetto delle condizioni difficili in cui versa il nostro territorio – aggiunge il prof. Testa – i ragazzi si rivelano propositivi e determinati,
nonostante tutto”. In questa realtà gonfia di idee e lampadine accese, la Sun si mostra aperta ad accogliere il genio di imprenditori in crescita, facendo da ‘acceleratore’, come si dice in gergo, alle Start Up nascenti. È il caso di Startup Lab, presentato da Mario Sorrentino, docente di Business Planning e Gestione d’Impresa al Dipartimento di Economia di Capua nonché direttore di questo acceleratore dell’Ateneo. Riconosciuto dalla Sun da luglio 2015, aiuta gratuitamente docenti, studenti, ricercatori, personale tecnico a fare start up. Offre dei servizi ai neo imprenditori, li aiuta ad intraprendere la strada dell’innovazione con le grandi imprese che, a loro volta, fanno in modo che le Start Up incrementino le loro performance, ed è una realtà che permette ai ricercatori di raccogliere dati per le pubblicazioni. “Abbiamo deciso di mettere a sistema un certo capitale cognitivo già presente e di
renderlo disponibile a tutto l’Ateneo in maniera gratuita e a pagamento al di fuori del mondo accademico – spiega Sorrentino – con la mission di incidere sullo sviluppo socio- economico dell’area di Terra di
Lavoro e oltre, creare ricchezza cognitiva, finanziaria e relazionale per le start up che si vogliono costituire”. Nasce con l’adesione di 24 docenti del Dipartimento di Economia che da anni si interessano di settori diversi, ecco perché StartUp Lab opera in vari ambiti, da quelli più tradizionali, come il cibo e la moda, a quelli ad alta tecnologia, dalla logistica al web passando per l’elettronica, attraverso una competenza orizzontale. “Abbiamo la capacità di capire i settori come vanno e di dire se le idee sono più o meno valide e se meritano di avanzare”. “Ci interessa la imprenditorialità studentesca – ribadisce il prof. Sorrentino – ogni anno, nel mio corso, ho 7-8 business plan esercitativi di cui un paio diventano aziende vere e proprie o cercano di diventarlo, perché in ogni caso, comunque vada, è un’esperienza di crescita”. Sono attive partnership, tra le altre, con Unicredit, Sun e Wharton, uno
dei centri più importanti al mondo sull’imprenditorialità, e in cantiere con Coop StartUp e il mondo delle cooperative per fare Open Innovation Contest e spingere questo tipo di start up, molto frequenti in Terra di Lavoro, che sposano logiche molto diverse ma sono forse meno orientate al profitto a vantaggio della condivisione e dei valori della fratellanza. E a proposito di Open Innovation, “con FCA abbiamo organizzato un contest al quale hanno
preso parte 500 ragazzi di Economia di Napoli e Cassino e sono venute fuori idee molto interessanti per quanto riguarda la connettività – racconta Sorrentino – Stiamo inoltre aiutando il Cira a fare spinoff e tecnology transfert: il centro di ricerca aerospaziale aveva un brevetto ma zero spin-off”. Di spin-off accademici creati da docenti ed ex studenti ha parlato il prof. Sergio Nardini, delegato al Trasferimento Tecnologico del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione, che ha posto l’accento su l’Opto Sensing dedicato alle fibre ottiche come sensori di misurazione e la Sun Energie Europe che tratta le fonti di energie rinnovabili per uso industriale come l’invenzione
ultima del camino solare. “È chiaro che bisogna fare una distinzione tra Ricerca e Sviluppo ed Innovazione – chiarisce il prof. Armando Di Nardo, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile Design Edilizia e Ambiente – Il primo ambito è prettamente universitario e si fa regolarmente in Ateneo, il secondo, invece, è un processo imprenditoriale più globale che interessa vari aspetti. È questo modo di pensare e di fare che vogliamo diffondere alla Sun”. “Un modo di agire che spesso e volentieri sfiora la follia – ironizza, ma non tanto, Giovanni De Caro,
Investment Manager e Start Up Advisor, a proposito di finanziamenti e fondi per dar vita ad una start up – prima di vedere un fatturato passano diversi anni perché una start up non è un bar o un ristorante, la crescita di cassa è molto lenta e ha inizio sulla logica dell’Equity, ovvero soldi messi di tasca propria dai founder o da terzi”. E poi loro, le start up casertane e napoletane o incubatori di start up italiane e straniere, vere protagoniste dell’Open Day degli
ingegneri, che si sono raccontate nel vasto ecosistema di start up in Campania e in Italia. “Hub spa” per l’innovazione sociale, “012 Factory” che all’ombra della Reggia lavora come centro di contaminazione per l’innovazione delle imprese, “Sentetic”, un marketplace di algoritmi preventivi per la manutenzione industriale, “Interwine”, una piattaforma editoriale per raccontare storie, “Viniexport”, un mercato web ‘double blind’ dove vengono quotati i vini di aziende certificate, “Boosha”, acronimo di Bookshers, una social app che riunisce la community di lettori attraverso la compravendita di libri tra privati, “Vascitour”, una cooperativa di comunicazione e innovazione sociale nata dall’incontro di studenti della Federico II e della Sun che propone turismo esperienziale a Napoli e attraverso il sito web mette in contatto i ‘bassi’ con i turisti: questi vi possono mangiare, pernottare e fare visite guidate.
Claudia Monaco
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