Manuale provvisorio di sapere (vivere) all’Università, primi suggerimenti a puntate

Resta ancora avvolta nel mistero la vera identità dell’autore (docente al Suor Orsola Benincasa) di una lista di consigli, di seguito elencati in diversi punti, tutti rivolti allo studente neofita. “Un professore di navigata esperienza”, si definisce l’artefice, senza fornire dettagli ulteriori se non le sue iniziali a firma del tutto. “E. G.”, possibile abbreviazione di “exempli gratia”, suggerisce, come a indicare alcune linee guida per orientarsi dopo il diploma. È la prima puntata questa di un manuale d’istruzioni – cui seguirà presto un sequel – svelando in pochi passaggi i trucchi più semplici per sopravvivere, o meglio vivere bene, tra le mura universitarie.
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Scelta della Facoltà
“Su questo punto nutro pochi dubbi: ascoltare il proprio istinto, interrogare le proprie passioni, confrontarle con ciò che è o appare, in questo momento, ragionevole. Scegliere il percorso che ci attrae, anche se in controtendenza. Soprattutto non intrupparsi, non iscriversi ad una facoltà alla moda perché lo fanno gli amici, i figli degli amici dei nostri genitori, in una parola gli altri. L’Universitas è una comunità di individui allo stato nascente e in formazione – gli studenti – e di studiosi – docenti che hanno imparato a governare il proprio individualismo in funzione della trasmissione del sapere e delle particolari competenze. Inoltre lo studioso, l’intellettuale, è sempre in formazione. All’Università nessuno è gregario, a nessun livello. Ma questo richiede coraggio e coscienza di sé. Forza! Avanti, Avanti!
Perlustrazione preventiva
“Giova alla matricola andare in ricognizione sui luoghi dove passerà molte ore, giorni, mesi, anni della sua vita. Cosicché quando vi entrerà per la prima volta, con le classi dei corsi o per l’orientamento, non sarà veramente la ‘prima volta’. È un’elementare regola del saper vivere mostrarsi sempre già preparati, in questo caso neofiti, ma non smarriti. È necessario conoscere in anticipo i luoghi, lo spazio delle operazioni, proprio come il generale deve conoscere benissimo il terreno dello scontro. Qui non c’è conflitto, ma dialogo reattivo con i professori e con l’istituzione che essi rappresentano (molto giustamente il grande…
 
L'articolo continua sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola dal 22 settembre (n. 13-14/2017)
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