Arcieri Club Napoli, gli studenti col sogno di fare centro

Il braccio sinistro disteso davanti ai propri occhi. Pollice e mignolo della mano destra si abbracciano per lasciare alle altre tre dita il compito di tirare fino all’orecchio la corda tesa dell’arco. Un occhio si chiude, l’altro mira al cerchietto giallo, il più stretto del bersaglio, l’obiettivo. Quel cerchietto ha tanti nomi a Scampia, quartiere dell’area nord di Napoli. Si chiama svago dopo una giornata faticosa, o impegno per accumulare altre medaglie. Porta il nome di tutti i ragazzi tirati via dalla strada attraverso lo sport e quello di tutte le ansie da esame scacciate via con la rapidità di una saetta. Per capirlo, basta chiederlo a loro. A tutti gli studenti uniti dalla passione per il tiro con l’arco. Aspiranti infermieri, biologi, economisti, per tre giorni alla settimana si ritrovano lì, nella palestra dell’Istituto Tecnico Industriale Galileo Ferraris, a via Labriola, che, per i poco pratici della zona, è a pochi passi dalla piazza che un anno fa è stata teatro della visita pastorale di Papa Francesco. È quella la sede dell’Arcieri Club Napoli, un’associazione no profit che all’amore per lo sport unisce l’impegno nel sociale. Lo spiega Francesco Carrasco, il Presidente: “l’Associazione nasce nel 2006. Non è a scopo di lucro, facciamo solo volontariato. Con l’aiuto di tutti gli arcieri ho lavorato a dei protocolli d’intesa con quattro scuole, che dovrebbero diventare sei. L’idea è di portare lo sport a scuola, permettendo ai bambini di famiglie con scarse possibilità economiche di fare attività fisica”. In più: “qualora si appassionassero e decidessero di iscriversi da noi, saremmo noi dell’ACN a farci carico dei costi per le tessere e per il materiale. L’obiettivo è tirare via i bambini dalla strada portandoli qui”. Ne hanno beneficiato pure i ‘coinquilini’ del Ferraris: “abbiamo tenuto dei corsi per abilitare gli studenti al ruolo di arciere nei villaggi turistici, preparandoli su tutte le norme di sicurezza. Al momento sono stati rilasciati 44 attestati. L’obiettivo è raggiungere quota 300”. Francesco, 31 anni ad aprile, oltre a essere Presidente, ovviamente, è un appassionato arciere: “ho conosciuto questo sport grazie a una mia amica di infanzia. La seguii in palestra per curiosità. Poi ho bruciato le tappe. Dopo un anno mi qualificai alle regionali e vinsi”. Il seguito è stata una partecipazione pressoché continua a campionati e coppe nazionali: “non si può barare, un elemento che mi ha colpito di uno sport che è più pulito di altri. È equilibrio tra mente e corpo, una sfida con te stesso”. Una sfida che di giorno vive come studente di Infermieristica, una carriera iniziata a 27 anni, perché “prima ho lavorato come ragioniere per racimolare i soldi necessari per mantenermi all’università”, e giunta quasi all’epilogo: “mi manca la tesi, sarà sulla nutrizione, perché a me piace mangiare”. Quello con arco e reparti ospedalieri è un affare di famiglia. Francesco è un esempio per la giovane sorella Anna, 20 anni. È la campionessa di casa Carrasco. Per lei si sono scomodate perfino le tv nazionali, che hanno dovuto fare i conti con le poche parole riuscite a sfuggire alla sua palese timidezza: “ho preso l’arco per la prima volta a 13 anni, con uno spirito di competizione con mio fratello. Dopo i primi allenamenti hanno capito che…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 4/2016)
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