Il tennis: “un’ottima valvola di sfogo”

Prosegue il torneo di tennis, che vede protagonisti sei finalisti, tra i quali due studenti universitari veramente in gamba: Marco Consolandi e Gabriele Parente, giovanissimi con un percorso brillante e veloce alle spalle. Marco, originario di Biella, frequenta l’Accademia militare di Pozzuoli: “ho venticinque anni e mi sono laureato in Scienze Aeronautiche nel settembre scorso. Sono qui a Napoli poiché per entrare in Accademia non potevo certo restare a Biella”. Appassionato di tennis fin da bambino, ha scelto di praticarlo al CUS perché: “agevola gli universitari, anche noi dell’Accademia, che siamo a tutti gli effetti iscritti alla Federico II. I maestri di tennis inoltre sono validissimi. Ho iniziato a dicembre dello scorso anno e questo è il primo torneo a cui partecipo. Per me è un modo di mettere in pratica ciò che ho imparato agli allenamenti, ovviamente con fine ricreativo. Qui mi diverto e mi sento in una piccola famiglia”. La scelta dell’Accademia non è stata semplice per Marco: “mi hanno spinto la passione per il volo e la volontà di servire una giusta causa. Certo si può seguire anche la carriera civile, ma io voglio diventare un pilota militare”. La vita in Accademia è dura e impegnativa: “soprattutto i primi tre anni, in particolare il primo, in cui la formazione è prevalentemente disciplinare. Negli ultimi due si vanno a migliorare gli aspetti già acquisiti”. I limiti per chi vi entra tramite concorso già alla fine del diploma sono diversi: “innanzitutto non puoi tornare a casa. Il primo anno ho visto i miei solo a Natale e per due sabati, in totale tre volte in un anno. Fa parte dell’addestramento: devi abituarti alla separazione dagli affetti a fini formativi. Se sei in missione per sei mesi e soffri il distacco, può crearti problemi psicologici e interferire col tuo lavoro. La telefonata a casa deve durare solo cinque minuti ad esempio”. Le giornate sono molto intense: “il ritmo è incalzante. Chi ce la fa riesce, in molti mollano al primo anno. Una volta conclusi i cinque con la Magistrale, per diventare pilota militare operativo bisogna frequentare un anno di Scuola di volo per il brevetto. Molti di noi vorrebbero già operare, ma senza Magistrale non si può. D’estate non ci riposiamo, accumuliamo…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 5/2015)
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