Joshua “Giuann” Boateng, la matricola coi guantoni

Jo per gli amici. Giuann, pronunciato in napoletano, quando a ribattezzarlo Giovanni è Guido De Novellis, il suo maestro di pugilato. La boxe è il “piano A” nella vita del giovane Joshua Boateng, nato a Napoli nel ’96 da genitori ghanesi. Il papà, operaio specializzato nella riparazione di elettrodomestici, e la mamma casalinga hanno vissuto con spirito diverso il suo avvicinamento a questo sport: “mia mamma era contraria e lo è ancora. Ogni volta che vado a combattere mi dimostra che non è contenta. Papà, invece, non ha trovato nulla di negativo. Qualche volta è venuto a vedermi e mi ha incitato”. Il ring come casa frequentata per sei giorni a settimana, dal lunedì al sabato: “mi alleno due ore la mattina e due la sera. Durante il giorno mi impegno nello studio”. Messi i guantoni nell’armadietto, infatti, Giuann ritorna a essere Jo e dalla palestra De Novellis si sposta di pochi chilometri, per raggiungere Monte Sant’Angelo, dove veste i panni di matricola: “dopo il diploma non volevo nemmeno farla l’università. I miei mi hanno concesso un’estate per pensarci. In quel periodo andai a lavorare al caseificio Perrotta, che è di un mio amico. Mi sono reso conto che conciliare quell’attività con gli allenamenti era impossibile, quindi ho preferito mettermi a studiare”. Il suo percorso universitario, iniziato lo scorso ottobre a Ingegneria Meccanica della Federico II, dopo un solo semestre, ha avuto un cambio di rotta, con il passaggio a Economia e Commercio. Nessuno può mettersi tra lui e lo sport: “lo studio di Ingegneria richiedeva una costanza che mi avrebbe impedito di allenarmi. Non dico che Economia sia più semplice, ma le materie trattate permettono di staccarsi dai libri per poi riprendere successivamente”. Testa già al primo esame: “sto studiando Microeconomia. È difficile, ma credo di riuscire a gestirlo con le mie 5 ore di studio al giorno”. Allenamenti, corsi e studio. A tutto ciò va aggiunto il tempo speso per i suoi viaggi quotidiani da Giugliano, dove abita, a Fuorigrotta: “quando non ho un passaggio la sera faccio veramente tardi, ma ormai sono abituato”. Viaggia, spedito verso l’obiettivo: “per la boxe ho rinunciato ad amicizie e a tanti momenti belli, l’importante per me è continuare sulla mia strada”. Una strada cominciata per caso, 5 anni fa: “un giorno, andando a scuola, un ragazzo mi parlò di una palestra che sta vicino casa mia. Lì ho incontrato il mio primo maestro, Raffaele Simone. È stato lui che mi…
 
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